Class Action contro Booking

Spagna, gli albergatori sfidano Booking: una class action da 3 miliardi di euro

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L’associazione dei direttori d’hotel AEDH guida l’azione legale collettiva contro la piattaforma, accusata di pratiche scorrette legate alle clausole di parità tariffaria

In Spagna è partita una vera e propria battaglia legale tra il settore alberghiero e uno dei colossi delle prenotazioni online: Booking.com. A guidare l’offensiva è l’AEDH, l’Asociación Española de Directores de Hotel, che ha promosso una class action collettiva per chiedere risarcimenti milionari alla piattaforma olandese. L’accusa? L’imposizione delle cosiddette “clausole di parità tariffaria”, recentemente dichiarate contrarie al diritto europeo dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Le accuse e la sentenza europea

Secondo l’associazione spagnola, queste clausole obbligavano gli hotel a non offrire prezzi inferiori a quelli presenti su Booking.com, neanche sul proprio sito ufficiale o su altri canali. Una pratica che avrebbe limitato la concorrenza e ridotto la libertà commerciale degli albergatori.

Il 19 ottobre 2023, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza storica (C-390/22), stabilendo che le clausole di parità tariffaria “rappresentano una restrizione alla concorrenza” e sono incompatibili con il diritto europeo. Questa decisione ha dato nuovo slancio alle iniziative legali da parte degli albergatori, non solo in Spagna ma anche in altri Paesi europei.

La class action: numeri in crescita

Lanciata inizialmente nel 2023, la class action promossa dall’AEDH ha visto un’accelerazione significativa nel 2024. Come riportato dal magazine spagnolo Preferente, dall’inizio dell’anno si sono aggiunti altri 100 direttori d’hotel, portando il totale a circa 400 strutture coinvolte. E il numero è destinato a crescere: l’associazione ha avviato una campagna di comunicazione rivolta a tutti i general manager e proprietari di hotel del Paese per invitarli ad aderire.

Secondo le stime preliminari dell’AEDH, il valore complessivo dei risarcimenti richiesti potrebbe toccare i 3 miliardi di euro, una cifra che varierà in base al numero di adesioni. “Un’azione contro Booking può sembrare intimidatoria, ma è un diritto che abbiamo come albergatori”, ha sottolineato l’associazione in un comunicato ufficiale.

Un fronte europeo

La questione non riguarda soltanto la Spagna. Già in Francia e Germania si erano registrate iniziative legali simili. In Italia, il tema delle clausole di parità è stato oggetto di indagini da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), che nel 2014 aveva avviato un procedimento contro Booking e Expedia. L’accordo raggiunto nel 2015 aveva portato all’eliminazione delle clausole più restrittive, ma il dibattito resta aperto.

La Federalberghi, in Italia, ha più volte denunciato la dipendenza degli hotel dalle OTA (Online Travel Agencies), sottolineando come le commissioni e le clausole contrattuali abbiano un impatto significativo sui margini delle strutture ricettive. Ora, con la sentenza della Corte di Giustizia UE, si apre la possibilità per nuove azioni anche nel nostro Paese.

Booking nella bufera?

Booking.com, intanto, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alla class action spagnola. Tuttavia, la società è già nel mirino di diverse autorità europee anche per altre questioni. A fine 2023, ad esempio, la Commissione europea ha avviato un’indagine per valutare se Booking debba essere classificata come “gatekeeper” ai sensi del Digital Markets Act, normativa che mira a limitare il potere delle grandi piattaforme online.

Cosa (probabilmente) succederà

Il contenzioso avviato in Spagna potrebbe diventare un precedente importante per tutto il settore hospitality europeo. Per ora, l’AEDH continua a raccogliere adesioni e punta a raggiungere numeri ancora più alti entro la fine dell’anno.

Gli albergatori spagnoli non sembrano avere intenzione di fare marcia indietro. E questa volta, grazie al supporto giuridico della Corte europea, potrebbero avere le carte giuste per cambiare le regole del gioco.

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