Il 16 febbraio 2026 si aprirà presso il Tribunale di Brindisi un processo che potrebbe far luce su una vicenda dai risvolti preoccupanti per la sicurezza del trasporto aereo. Il giudice per l’udienza preliminare, Simone Orazio, ha disposto il rinvio a giudizio di sette persone — tra manager e dipendenti — e di due aziende: la Processi Speciali (oggi Manufacturing Process Specification) e un’altra società operante nella zona industriale brindisina. L’accusa, formulata dai pubblici ministeri Antonio Negro e Giuseppe De Nozza, riguarda la fornitura di componenti per i Boeing 787 Dreamliner realizzati con materiali non conformi alle specifiche contrattuali, per contenere i costi delle materie prime a discapito della sicurezza.
Le indagini: materiali difformi e risparmi illeciti
L’inchiesta della Guardia di Finanza, riportata da Corriere del Mezzogiorno e confermata da fonti giudiziarie, ha accertato la presunta consegna a Leonardo (divisione Aerostrutture, stabilimento di Grottaglie) di titanio commercialmente puro, anziché della lega di titanio prevista nei contratti, e di leghe di alluminio difformi dalle specifiche tecniche. In totale sono stati sequestrati 4.829 componenti in titanio e 1.158 in alluminio. Secondo i pm, l’uso di questi materiali avrebbe consentito ai fornitori un risparmio significativo sulle materie prime, ma avrebbe compromesso la resistenza statica e allo stress delle fusoliere, con potenziali gravi conseguenze per la sicurezza dei voli.
Frode, attentato alla sicurezza e inquinamento ambientale
Gli imputati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio, attentato alla sicurezza dei trasporti e inquinamento industriale. Oltre a Boeing e Leonardo, si sono costituiti parte civile anche la Regione Puglia, il Comune di Brindisi e il Ministero dell’Ambiente. Le indagini hanno inoltre svelato un secondo filone legato all’inquinamento ambientale: sarebbero stati sversati rifiuti speciali pericolosi nei terreni della zona industriale, derivanti dai trattamenti chimici e dalla lavorazione dei metalli. Sono stati sequestrati 35 cisterne con 1.000 litri ciascuna di rifiuti pericolosi e accertata la dispersione di ulteriori sostanze da altre 12 cisterne trovate vuote. Le analisi ambientali hanno rilevato la contaminazione del suolo e del sottosuolo con sostanze nocive.
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