Chi ha viaggiato almeno una volta in aereo lo sa: il posto finestrino è spesso il più ambito. Guardare il paesaggio dall’alto, tra nuvole e orizzonti lontani, è parte dell’esperienza di volo. Ma se oggi i finestrini degli aerei hanno una forma ovale o tondeggiante, non è una scelta estetica. È una necessità ingegneristica nata da una tragedia, e da una domanda precisa: perché gli aerei non hanno più finestrini quadrati?
L’inizio dell’era del jet
Negli anni ’50, con l’arrivo dei motori a reazione e delle cabine pressurizzate, gli aerei iniziarono a volare sempre più in alto, sopra i 10.000 metri. La cabina pressurizzata garantiva comfort ai passeggeri anche a grandi altitudini, dove la pressione atmosferica è molto bassa. Volare più in alto significava anche meno turbolenze e minor consumo di carburante, perché l’aria è meno densa.
Il De Havilland Comet, prodotto dal Regno Unito, fu il primo jet commerciale della storia. Il suo debutto nel 1952 rivoluzionò il trasporto aereo: quattro motori a reazione, velocità di crociera di 740 km/h e una cabina elegante e silenziosa. Tuttavia, tra il 1953 e il 1954, tre aerei Comet esplosero in volo. I più noti furono il volo BOAC 781, precipitato al largo dell’isola di Elba, e un altro Comet schiantatosi nel Mar Mediterraneo poche settimane dopo. In totale morirono 99 persone.

L’indagine e la scoperta degli errori
Dopo questi tragici incidenti, il Comet fu ritirato e le autorità britanniche avviarono un’indagine tecnica senza precedenti. L’aereo venne immerso in un’enorme vasca d’acqua e sottoposto a migliaia di cicli di pressurizzazione, simulando le sollecitazioni di numerosi voli.
Il verdetto fu sorprendente: la colpa era nei finestrini. Il design originario del Comet prevedeva ampi finestrini rettangolari con angoli netti a 90°. Questa forma, però, si rivelò fatale. Gli angoli acuti, infatti, concentrano lo stress strutturale in punti specifici della fusoliera. Volo dopo volo, questi punti deboli sviluppavano delle cricche — piccole fratture invisibili a occhio nudo — che si propagavano fino a causare il cedimento improvviso del velivolo.

Perché il finestrino rotondo è più sicuro
A spiegare il problema è l’ingegneria dei materiali: quando la fusoliera viene pressurizzata, le forze si distribuiscono in modo uniforme solo se non ci sono spigoli vivi. I finestrini rotondi o ovali permettono una distribuzione più armonica delle sollecitazioni attorno al perimetro, evitando la formazione di punti critici.
Come illustrato in un video di Real Engineering, il cambiamento fu semplice ma radicale: eliminare gli angoli vivi dai finestrini e smussare ogni interruzione strutturale. Questo design non solo è più resistente alla fatica dei materiali, ma è diventato lo standard per tutti gli aerei commerciali moderni.
Test più rigorosi, sicurezza più alta
Oltre a modificare il design dei finestrini, l’incidente del Comet cambiò radicalmente anche i protocolli di sicurezza nel settore aeronautico. I test a fatica, cioè quelli che simulano il ciclo di vita di un aereo sottoposto a pressurizzazioni e decompressioni ripetute, divennero molto più lunghi e accurati. Oggi, ogni nuovo velivolo deve superare migliaia di cicli di test prima di ricevere la certificazione.
Una lezione che ha salvato vite
Se oggi voliamo senza timori, è anche grazie a quelle tragedie che hanno spinto ingegneri e progettisti a migliorare ogni dettaglio della costruzione degli aerei. Il finestrino, da semplice elemento di comfort, è diventato un simbolo della sicurezza in volo.
Un dettaglio curvo, silenzioso, che ha rivoluzionato l’aviazione e salvato migliaia di vite.
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