SFNC studio Bocconi

Alta velocità in Italia: la concorrenza può portare oltre 480 milioni di euro di benefici all’anno

In questo articolo

Uno studio dell’Università Bocconi evidenzia come l’ingresso di un terzo operatore nel mercato AV italiano, con un modello di servizio simile a quello di SNCF Voyages Italia, potrebbe generare effetti positivi su passeggeri, economia e ambiente, accelerando la crescita di un settore ancora sotto-utilizzato rispetto a Francia e Spagna

Il mercato dell’alta velocità in Italia cresce a ritmi modesti: fra il 2018 e il 2024, l’offerta di servizi AV è aumentata solo dell’1%, mentre la domanda è cresciuta del 4%. Numeri molto inferiori rispetto ai mercati francesi (+14% di passeggeri) e spagnoli (+100% sulle tratte aperte alla concorrenza). Lo evidenzia lo studio ‘I benefici socio-economici e ambientali dello sviluppo della concorrenza nel settore dell’alta velocità ferroviaria in Italia’, realizzato dal centro di ricerca GREEN dell’Università Bocconi su commissione di SNCF Voyages Italia e presentato ieri ad Expo Ferroviaria.

Oliviero Baccelli, responsabile area trasporti del centro GREEN, sottolinea che “il mercato italiano ha limiti infrastrutturali e regolatori che frenano l’accesso di nuovi operatori. L’attuale quadro normativo non garantisce condizioni eque di accesso alla rete e penalizza i nuovi entranti nelle assegnazioni delle tracce orarie“.

Oliviero Baccelli, responsabile area trasporti del centro GREEN Università Bocconi

Benefici economici dell’ingresso di un terzo operatore

Lo studio analizza l’impatto dell’ingresso di SNCF Voyages Italia, che prevede 9 collegamenti giornalieri Torino-Napoli e 4 Torino-Venezia. I benefici stimati sono complessivamente di 482 milioni di euro all’anno, suddivisi in tre macro-aree:

  • Riduzione dei costi esterni: il 75% dei nuovi passeggeri SVI utilizzerà l’AV al posto di auto o aerei più inquinanti, mentre il 25% sarà attratto dalla nuova offerta. Benefici stimati: 91 milioni di euro all’anno.
  • Risparmio di tempo per passeggeri business e leisure: il minor tempo di viaggio valorizza il costo opportunità, con benefici di 200 milioni di euro all’anno.
  • Riduzione dei costi medi dei biglietti: l’aumento della concorrenza potrebbe abbassare i prezzi del 7% per tutti i passeggeri AV, con benefici pari a 191 milioni di euro all’anno.

Considerando ricavi annui stimati di 400 milioni di euro al quinto anno, lo studio prevede un contributo al PIL nazionale di oltre 388 milioni di euro, entrate fiscali pari a 166,3 milioni di euro e circa 4.161 nuovi occupati.

Caroline Chabrol, direttrice generale di SNCF Voyages Italia

Impatti ambientali significativi

Il passaggio da auto e aereo all’alta velocità ha effetti positivi per la collettività: secondo lo studio, le emissioni di CO₂ per passeggero su auto e aereo sono rispettivamente 18 e 26 volte superiori rispetto a un treno TGV-M di SNCF. Il beneficio ambientale annuo derivante dal modal shift è stimato in circa 90 milioni di euro, includendo riduzione di inquinamento locale, congestione e incidentalità.

Caroline Chabrol, direttrice generale di SNCF Voyages Italia, commenta:

La nostra strategia di espansione in Italia mira a più treni, maggiore capacità e soluzioni sostenibili, offrendo ai viaggiatori più scelta, qualità e prezzi competitivi“.

Lo studio prende spunto da esperienze europee: la Commissione europea ha condotto analisi simili su mercati diversi, mentre l’Autorità garante della concorrenza spagnola ha valutato gli effetti della liberalizzazione su tre tratte principali. “Abbiamo adattato una metodologia di analisi costi-benefici specifica per il mercato italiano, simulando 12 treni TGV-M con 661 posti ciascuno, in grado di generare circa 10 milioni di passeggeri aggiuntivi annui e un incremento del 17,8% del traffico nazionale AV”, spiega Baccelli.

Uno degli elementi chiave è la valorizzazione delle cosiddette ‘stazioni di porta come Milano-Rogoredo, Roma-Tiburtina e Napoli-Afragola, cruciali per gestire la saturazione delle tratte principali. Attualmente, alcune linee regionali sono limitate per garantire spazio all’AV: “Il modello che stiamo valutando punta a reintegrare il trasporto regionale e ottimizzare coincidenze e capacità“, spiega Baccelli.

La seconda fase di liberalizzazione

Dopo la prima liberalizzazione nel 2012, che portò al boom dei passeggeri AV in Italia, lo studio evidenzia che “questa onda positiva si è esaurita nel 2019. Ora serve una seconda fase, con nuovi operatori, diversificazione dell’offerta e maggiore competizione per sfruttare le potenzialità delle nuove infrastrutture, come le tratte Milano-Genova, Napoli-Bari e Brescia-Vicenza“, spiega Baccelli.

L’esperienza spagnola conferma il potenziale: dal 2021, anno dell’ingresso di un nuovo operatore AV, la domanda di trasporto su tratte liberalizzate è raddoppiata in soli quattro anni.

In sintesi, l’ingresso di un terzo operatore in Italia non solo abbassa i prezzi e riduce i tempi di viaggio, ma produce benefici ambientali pari al 19% del totale, mentre il 41% deriva dai tempi di viaggio e il 40% dalla riduzione dei costi dei biglietti. Considerando la valorizzazione dell’infrastruttura, i benefici totali stimati raggiungono 522 milioni di euro annui, con effetti diretti e indotti su PIL, occupazione e sistema fiscale.

Il nuovo operatore ha le idee chiare e non vede l’ora di metterle in campo e lo confermano le parole di Chabrol:

Il nostro obiettivo è contribuire alla creazione di un sistema ferroviario più competitivo, integrato e sostenibile, capace di rispondere alle sfide del mercato e alle aspettative dei viaggiatori italiani”.

Leggi Anche: SNCF, a gennaio debutta la nuova classe Optimum sui TGV InOui

***

CONTINUA A LEGGERE SU BUSINESSMOBILITY.TRAVEL

Per non perderti davvero nulla seguici anche su LinkedIn, Instagram e TikTok

Abbiamo parlato di:

Resta sempre aggiornato

Con la nostra newsletter ricevi anteprime, notizie e approfondimenti dal mondo del Business Travel.

Condividi:

Ultime news