L’amministrazione Trump ha annunciato una riduzione del 10% del traffico aereo in 40 dei più grandi aeroporti americani, in un momento in cui il Paese è già messo a dura prova dal più lungo shutdown governativo della storia. La misura, secondo quanto riportato da fonti di stampa statunitensi tra cui The New York Times e Reuters, non interesserà i voli internazionali, ma avrà un impatto immediato sui collegamenti domestici, costringendo le compagnie aeree a cancellare migliaia di voli nei prossimi giorni.
Il segretario ai Trasporti Sean Duffy ha spiegato che il provvedimento è stato pensato per “alleviare la pressione” sui controllori di volo, che da settimane lavorano senza retribuzione a causa del blocco dei finanziamenti federali. Lo shutdown, iniziato per lo scontro tra amministrazione e Congresso sul bilancio federale, ha lasciato centinaia di migliaia di dipendenti pubblici senza stipendio, inclusi quelli della Federal Aviation Administration (FAA).
L’annuncio arriva a ridosso del periodo più critico per la mobilità interna negli Stati Uniti: la stagione dei viaggi che inizia con il Thanksgiving Day (27 novembre) e si estende fino alle vacanze di Natale. Secondo stime di Airlines for America, associazione che rappresenta le principali compagnie aeree del Paese, oltre 3,4 milioni di passeggeri hanno già subito ritardi e cancellazioni legati alla carenza di personale.

I tagli: fino a 44.000 voli in meno al giorno
Secondo quanto riportato da Reuters, i tagli entreranno in vigore da venerdì 7 novembre e coinvolgeranno progressivamente i principali hub aeroportuali, tra cui Atlanta, Chicago O’Hare, Dallas-Fort Worth, Denver, Los Angeles, Miami e New York JFK.
La FAA ha spiegato in una call con i dirigenti delle compagnie aeree che la riduzione dei voli sarà graduale: -4% venerdì, -5% sabato, -6% domenica, fino a raggiungere il 10% la settimana successiva. L’impatto stimato è di circa 44.000 voli giornalieri in meno, con ripercussioni immediate sui piani di viaggio di centinaia di migliaia di passeggeri.
Le principali compagnie – American Airlines, Delta, United e Southwest – si sono dette in contatto con le autorità federali per comprendere i dettagli del piano. Tuttavia, in una dichiarazione ufficiale riportata da CNN, Airlines for America ha chiarito che “le compagnie non hanno ancora ricevuto informazioni operative sufficienti per pianificare eventuali modifiche”, mentre i vettori “stanno collaborando con la FAA per minimizzare l’impatto sui passeggeri”.

Sicurezza e stress dei controllori di volo
Uno dei punti più critici sollevati dall’amministrazione è quello della sicurezza. Con lo shutdown in corso, oltre 14.000 controllori di volo continuano a lavorare senza stipendio, e secondo la National Air Traffic Controllers Association (NATCA), circa 3.000 posizioni restano vacanti in tutto il Paese.
“Se la situazione continuerà, rischiamo un vero e proprio caos nei cieli”, ha dichiarato Duffy in una conferenza stampa a Washington, sottolineando che molti lavoratori sono già sottoposti a turni straordinari per garantire la copertura del traffico. Martedì prossimo, per la seconda volta dall’inizio della crisi, i dipendenti della FAA non riceveranno lo stipendio.
Il tema della sicurezza è stato ripreso anche da diversi analisti del settore, tra cui Henry Harteveldt, esperto di aviazione e fondatore di Atmosphere Research Group, che ha avvertito:
“Tagliare i voli può essere una misura temporanea per ridurre lo stress operativo, ma non risolve il problema alla radice: il sistema aereo americano è già al limite”.

Pressioni politiche e rischio “effetto domino”
Dietro la decisione dell’amministrazione Trump, secondo molti osservatori, si nasconde anche un obiettivo politico: forzare i democratici a trovare un accordo sul bilancio per riaprire il governo federale.
La scorsa settimana i vertici delle compagnie aeree avevano incontrato il vicepresidente JD Vance, chiedendo un intervento urgente del Congresso. Ma finora, lo stallo politico ha reso impossibile un compromesso.
Con l’avvicinarsi della stagione natalizia e milioni di americani pronti a mettersi in viaggio, il rischio è quello di un “effetto domino” su tutto il sistema di trasporti: ritardi, cancellazioni, code interminabili negli aeroporti e tensioni crescenti tra compagnie e autorità federali.
Se i tagli dovessero prolungarsi, concludono gli analisti di Bloomberg, il danno economico per il settore del trasporto aereo e per il turismo interno USA potrebbe superare i 2 miliardi di dollari.
Leggi Anche: Usa, nuova stretta sui confini: tutti i viaggiatori stranieri dovranno fornire dati biometrici
***
CONTINUA A LEGGERE SU BUSINESSMOBILITY.TRAVEL
Per non perderti davvero nulla seguici anche su LinkedIn, Instagram e TikTok