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Mobilità on-demand: una riforma può generare 85.000 nuovi posti di lavoro

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Dallo studio di Muoviti Italia emerge il potenziale economico del comparto NCC tra turismo, servizi e nuove immatricolazioni

Una riforma strutturale del settore NCC e della mobilità on-demand in Italia potrebbe generare un impatto economico pari a 2,4 miliardi di euro e contribuire alla creazione di 85.000 nuovi posti di lavoro. È quanto emerge dallo studio “I benefici di una riforma del settore della mobilità non di linea”, realizzato da Muoviti Italia insieme a Andrea Giuricin, docente di Economia dei Trasporti all’Università di Milano-Bicocca e portavoce dell’associazione.

Secondo l’analisi, l’apertura regolamentata del mercato NCC con l’ingresso di fino a 40.000 nuovi driver, rispetto agli attuali 6.000, potrebbe generare 1 miliardo di euro di reddito aggiuntivo, solo considerando gli effetti diretti.

Andrea Giuricin: “L’Italia ha una carenza di offerta tra le più gravi in Europa”

I dati parlano da soli – commenta Giuricin –. Oggi l’Italia è uno dei Paesi europei con la maggiore carenza di offerta nella mobilità non di linea. Questa situazione penalizza cittadini e turisti e frena la crescita del Paese”.

Il portavoce di Muoviti Italia evidenzia come una riforma moderna del comparto NCC consentirebbe di allineare l’Italia agli standard europei, creando occupazione, nuova economia e servizi più efficienti. “Serve un sistema digitale, competitivo e in grado di rispondere ai bisogni reali della collettività”, aggiunge, citando i modelli di riferimento di Francia e Portogallo.

Turismo: 1,5 miliardi di euro di benefici solo per il comparto

Il turismo rappresenta il principale moltiplicatore degli effetti economici. In Italia il settore vale oltre il 13% del Pil considerando l’indotto, con oltre 450 milioni di pernottamenti e un traffico aeroportuale che nel 2025 arriverà a 195 milioni di passeggeri.

Secondo lo studio, una maggiore disponibilità di servizi di mobilità on-demand migliorerebbe l’accoglienza e la facilità di spostamento dei visitatori, generando 1,5 miliardi di euro di benefici nel solo comparto turistico. Uno scenario in linea con quanto osservato in altri Paesi europei che hanno ampliato l’offerta di trasporto urbano nelle destinazioni ad alta domanda.

Effetto filiere: automotive e fisco potrebbero beneficiare della riforma

Il potenziale non riguarda solo turismo e servizi. Il comparto auto sarebbe tra i principali beneficiari, grazie ai cicli di sostituzione dei veicoli NCC, generalmente ogni 3-4 anni. Secondo le stime, l’aumento degli operatori genererebbe almeno 12.000 nuove immatricolazioni all’anno, con ricadute comprese tra 400 e 600 milioni di euro.

Sul fronte delle finanze pubbliche, l’aumento dell’attività del settore porterebbe a 500 milioni di euro di gettito fiscale aggiuntivo, una cifra superiore all’intero volume dei ricavi oggi dichiarati dalla categoria taxi.

Un’offerta insufficiente: fino al 50% di corse taxi inevase nelle grandi città

Lo studio mette in evidenza una criticità ormai cronica: l’offerta italiana non è in grado di soddisfare la domanda. Secondo i dati citati:

  • nelle principali città, nei periodi di picco, fino al 50% delle richieste taxi risulta inevasa;
  • le attese agli hub ferroviari e aeroportuali sono frequenti, spesso con code e difficoltà di reperire mezzi prenotabili tramite app;
  • in Italia la doppia guida (due driver per uno stesso veicolo), comune nelle grandi capitali europee, è scarsamente utilizzata, riducendo le ore effettive di servizio.

Il confronto internazionale è netto:

  • Lombardia: 5.800 taxi
  • Comunidad de Madrid: 16.000, con una popolazione inferiore;
  • Île-de-France: oltre 22.000 taxi, oltre a un parco VTC molto sviluppato.

I modelli europei: Francia e Portogallo mostrano la strada

Le riforme adottate in Francia e Portogallo rappresentano un benchmark importante.
In Francia l’apertura del mercato ha portato alla nascita di 56.000 nuovi operatori VTC, mentre il Portogallo ha registrato 36.000 conducenti TVDE.

In entrambi i casi l’ampliamento dell’offerta non ha ridimensionato il ruolo del taxi, ma ha portato maggiore efficienza, digitalizzazione e accessibilità per cittadini e turisti.

Secondo Muoviti Italia, l’Italia – dove la domanda potenziale è ancora più ampia – potrebbe ottenere benefici ancora maggiori.

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