La nuova compagnia aerea Etna Sky –annunciata ufficialmente il 2 dicembre 2025 dal deputato siciliano Manlio Messina– ha iniziato a sciogliere alcune delle incognite sul profilo operativo e sulle rotte pianificate.
Secondo le informazioni finora rese pubbliche, le basi principali di Etna Sky saranno negli aeroporti di Aeroporto di Catania-Fontanarossa e Aeroporto di Palermo-Punta Raisi. Tuttavia, la compagnia prevede di operare anche da Aeroporto di Comiso e Aeroporto di Trapani-Birgi, con una copertura di buona parte degli scali siciliani.
Nel primo anno, secondo quanto dichiarato, Etna Sky collegherà la Sicilia con le principali città italiane: non solo le classiche Milano e Roma, ma anche Torino, Bologna, Pisa e Forlì. Per i residenti siciliani è previsto un listino con tariffe “super speciali”, con l’obiettivo dichiarato di offrire una vera alternativa al caro‑voli cronico dell’isola.
Già nel secondo anno, il piano prevede un’espansione internazionale: inizialmente con rotte verso varie capitali europee, in un secondo momento con l’ambizione di lanciare collegamenti intercontinentali verso Nord America e Medio Oriente.
Flotta e piano industriale: A321 e A330 per un network ambizioso
Per realizzare queste rotte, Etna Sky prevede una flotta mista. Gli aeromobili destinati ai voli nazionali e a corto‑medio raggio dovrebbero essere degli Airbus A321, configurati per circa 240‑244 passeggeri. Per le tratte internazionali e a lungo raggio, si punta a utilizzare un wide‑body come l’Airbus A330, con capacità tra circa 250 e 335 passeggeri a seconda della versione.
Il progetto industriale è ambizioso: l’obiettivo sarebbe quello di arrivare a una flotta di 15 aeromobili entro i primi cinque anni di attività.
Quando si decollerà: tempistiche e nodi da sciogliere
Secondo le dichiarazioni ufficiali, il debutto dei primi voli di Etna Sky è previsto per l’estate 2026.
Tuttavia, restano da completare tutti i passaggi burocratici necessari: in particolare, l’ottenimento del Certificato di Operatore Aereo (AOC) rilasciato dall’ENAC, che certifica la capacità tecnica e organizzativa della compagnia di operare in sicurezza.
Da parte degli investitori -una cordata che secondo fonti giornalistiche comprende imprenditori siciliani e un investitore lombardo- c’è l’impegno a supportare un piano che nelle intenzioni vuole offrire una alternativa reale ai pendolari, emigrati e turisti, specie in un contesto di caro‑voli e scarsità di offerta competitiva per la Sicilia.

Perché Etna Sky può rappresentare una svolta e i rischi da tenere d’occhio
Lanciando una compagnia “made in Sicily” con un network che copre praticamente tutti gli aeroporti dell’isola e con un modello che combina voli low cost e ampia scelta di destinazioni, Etna Sky potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per la mobilità siciliana. Specialmente per chi vive nell’isola e deve spostarsi frequentemente verso l’Italia continentale.
Ma il progetto non è privo di insidie. Come sottolineato da esperti del settore, avviare una compagnia aerea richiede investimenti consistenti, non solo per l’acquisto o il leasing degli aerei, ma per la struttura operativa, i diritti aeroportuali, la manutenzione, il personale, la gestione della domanda. In passato esperienze siciliane simili (come quella di Wind Jet) sono finite in crisi, a ricordare come il volo low cost isolano può rappresentare un’impresa ad alto rischio.
In ogni caso, se tutti i nodi verranno sciolti, Etna Sky potrebbe davvero rappresentare un punto di svolta per la mobilità aerea siciliana. Per ora, resta da vedere come si trasformerà la promessa in realtà.
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