Da qualche tempo Etna Sky ha iniziato a farsi conoscere anche sui social, debuttando su Instagram con il profilo ufficiale @etna.sky. Ed è proprio lì che, nei giorni scorsi, è comparsa la prima mappa del network: una sorta di anteprima operativa che racconta molto più di quanto sembri.
Dai due aeroporti di Catania e Palermo, la nuova compagnia aerea siciliana punta inizialmente a collegare l’Isola con Roma, Milano, Venezia e Verona. Una configurazione che segna un cambio di rotta rispetto ai primi annunci diffusi a inizio mese: entrano le due destinazioni venete, mentre escono Bologna, Forlì, Pisa e Torino. Un primo segnale di come il progetto stia prendendo forma, con scelte più mirate sui mercati a maggiore potenziale.
Avvio a giugno 2026 e crescita graduale della flotta
Il decollo operativo è previsto per giugno 2026, con due aeromobili impiegati sulle principali rotte nazionali ad alto traffico da e per la Sicilia. Nei due mesi successivi arriveranno il terzo e il quarto aereo, un passaggio chiave per raggiungere la massa critica necessaria a sfruttare le prime economie di scala.
L’obiettivo dichiarato è ambizioso ma chiaro: raggiungere la redditività già dopo il secondo esercizio. La seconda fase di sviluppo prevede poi il raddoppio della flotta da quattro a otto aeromobili, con nuove introduzioni programmate tra marzo e giugno 2027. Gli aerei saranno distribuiti in modo equilibrato tra le due basi operative di Catania e Palermo.
Un modello integrato (non low cost) che guarda al trade
Etna Sky non nasce come una classica low cost. Il progetto punta infatti su un modello integrato, che ha come pilastro strategico la collaborazione con tour operator locali, nazionali e internazionali.
Un approccio che vuole equilibrare meglio il rischio sui riempimenti, diversificare le fonti di ricavo, offrire un prodotto più integrato a tutta la filiera turistica e sostenere la destagionalizzazione del traffico.
Il valore aggiunto, secondo la visione della compagnia, nasce dal giusto mix tra operazioni di linea e allotment turistici sugli stessi voli.
Insomma, una strategia che si discosta nettamente dalle logiche del low cost tradizionale.
Perché Catania e Palermo: due basi, un’unica strategia
La scelta di aprire due basi operative non è casuale. Catania e Palermo presentano caratteristiche diverse per posizionamento geografico ed economico: Catania leggermente prevalente in termini di traffico, Palermo complementare per bacino e flussi.
La doppia base consente anche di ridurre il rischio operativo, garantendo maggiore continuità in caso di interruzioni legate a eventi naturali – un tema tutt’altro che teorico per chi opera in Sicilia.
Non solo voli di linea: spazio anche ai charter
Etna Sky non sarà esclusivamente un vettore di linea. Nel modello operativo rientrano anche i voli charter, pensati per rispondere alle esigenze del turismo organizzato e dei grandi flussi stagionali, in coerenza con l’impostazione integrata del progetto.
La flotta: A320 e A330, focus su efficienza e capacità
Rispetto ai primi annunci, sul corto e medio raggio la scelta è ricaduta sull’Airbus A320 al posto dell’A321. La configurazione sarà high density da 180 posti, pensata per massimizzare i benefici in termini di costi unitari sia sui voli di linea sia sui charter.
Resta invece confermato l’Airbus A330 da circa 300 posti per il lungo raggio, un aeromobile che – secondo i dati di Airbus – consuma circa il 10% in meno rispetto al Boeing 777, garantendo maggiore efficienza operativa.
Executive jet ed elicotteri premium verso le isole
Il progetto Etna Sky guarda anche al segmento corporate ed executive. In programma l’utilizzo di Pilatus PC-24, bizjet da 10 posti pensati per viaggi rapidi e flessibili dedicati a soci e stakeholder, supportati da strumenti di fidelizzazione dedicati.
Accanto agli executive jet, è previsto anche un servizio di elicotteri premium con Airbus Helicopters H145, per collegamenti rapidi da Catania e Palermo verso Eolie, Ustica, Favignana e Pantelleria, intercettando una domanda di mobilità esclusiva e ad alto valore aggiunto.
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