Dopo anni di attesa e proroghe, si avvicina la parola “fine” per i quasi 2.000 ex dipendenti Alitalia ancora in cassa integrazione. Secondo fonti del Ministero del Lavoro, la procedura di licenziamento collettivo scatterà intorno al 10 ottobre, con effetto dal 31 del mese.
Si chiude così una vicenda iniziata nel 2017, che ha tenuto sospesi piloti, assistenti di volo e personale di terra della compagnia che per decenni ha rappresentato l’Italia nei cieli del mondo.
Cigs agli sgoccioli, nessuna proroga possibile
La cassa integrazione straordinaria – già prolungata due volte – scadrà il 31 ottobre 2025 e non sarà rinnovata.
Il Ministero del Lavoro ha spiegato che non esistono più le basi normative per un’ulteriore proroga. L’alternativa, dicono, resta l’accesso alla Naspi e al Fondo di solidarietà del trasporto aereo, oltre a misure di prepensionamento per chi è prossimo all’età di uscita.
Il provvedimento coinvolgerà circa 90 piloti in servizio nelle basi di Roma Fiumicino, Linate, Malpensa e Venezia, 1.300 assistenti di volo tra Roma e Milano e oltre 400 addetti di terra, tra manutentori, tecnici e impiegati.
Sindacati: “Situazione drammatica, il governo intervenga”
La decisione ha scatenato la protesta delle sigle di categoria.
“Il governo deve fermare immediatamente l’invio delle lettere di licenziamento – afferma Fabrizio Cuscito, segretario nazionale Filt Cgil –. Le risorse ci sono e vanno usate per estendere la Cigs e per tutelare chi è vicino alla pensione. Serve un confronto serio con i ministeri del Lavoro e dei Trasporti”.
Sulla stessa linea Simone De Cesare di Uiltrasporti: “Ci aspettavamo almeno un paio di mesi in più di ammortizzatori per consentire la transizione verso la Naspi, che dovrebbe valere per tutto il comparto aereo“.
Nessun futuro in Lufthansa
Per i 1.990 ex Alitalia non si prospettano ricollocazioni in Ita Airways, oggi partecipata al 41% da Lufthansa, che nel frattempo ha annunciato 4.000 esuberi entro il 2030 per ridurre i costi e accelerare la digitalizzazione dei processi interni.
L’arrivo del gruppo tedesco, che entro il 2026 potrebbe salire al 90% di Ita, non apre dunque alcuno spiraglio di assunzione per chi ancora sperava in un reintegro.
Una storia lunga quasi ottant’anni
Fondata nel 1947, Alitalia è stata per decenni simbolo dell’Italia nel mondo. In 78 anni ha attraversato 67 governi e accumulato oltre 27 miliardi di euro di perdite, prima di arrendersi definitivamente nel 2021, complice anche la crisi del Covid.
Dalle sue ceneri è nata Ita Airways, oggi in piena fase di integrazione con Lufthansa.
Eppure, nonostante tutto, il marchio Alitalia potrebbe non essere del tutto destinato all’oblio. “Sarebbe un errore escludere a priori un rilancio del brand“, ha dichiarato di recente Joerg Eberhart, ceo e direttore generale di Ita Airways.
Un segnale di continuità, forse più simbolico che reale, per una storia che – tra successi, salvataggi e crolli – ha segnato un capitolo fondamentale dell’aviazione italiana.
Leggi Anche: Ita Airways, Lufthansa pronta a salire al 90%: primi risultati positivi per il vettore italiano
***
CONTINUA A LEGGERE SU BUSINESSMOBILITY.TRAVEL
Per non perderti davvero nulla seguici anche su LinkedIn, Instagram e TikTok