Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso contro la circolare ministeriale che imponeva l’identificazione personale e fisica (de visu) degli ospiti nelle locazioni brevi. Secondo i giudici amministrativi, la misura “non sarebbe neppure idonea a raggiungere l’obiettivo che si vuole perseguire”, ovvero quello della sicurezza. La sentenza sottolinea infatti che l’identificazione visiva non impedisce che le chiavi vengano consegnate ad altri soggetti non identificati.
Ma non è tutto. La circolare, osserva il TAR, crea una “evidente disparità di trattamento rispetto ad altre categorie di attività”, come il noleggio auto, nonostante sia noto che “frequenti attentati terroristici siano stati commessi proprio tramite l’uso di automobili”. Il provvedimento è stato inoltre giudicato “lesivo del principio di proporzionalità” e in contrasto con i principi di concorrenza e non discriminazione, oltre a presentare “un difetto di istruttoria e una carenza di motivazione”.
Vantaggio illegittimo agli hotel, penalizzate le locazioni brevi
Uno dei punti più critici messi in luce dalla sentenza è il presunto vantaggio competitivo illegittimo concesso alle strutture alberghiere a scapito delle locazioni brevi. Per il TAR, l’obbligo imposto alle sole case in affitto breve crea una distorsione del mercato, penalizzando migliaia di piccoli imprenditori, famiglie e host professionali che operano in piena legalità.
Elia Rosciano, presidente di FARE – Federazione Affitti Brevi, ha accolto con soddisfazione la sentenza:
“La giustizia ci ha dato ragione. La sicurezza non può essere una scusa per rallentare l’evoluzione del settore e caricare di responsabilità improprie chi lavora nel rispetto della legge”, ha dichiarato.
Rosciano ha anche ribadito l’apertura del settore verso una regolamentazione equa e sostenibile: “Non ci siamo mai opposti alle regole, ma solo alle regole sbagliate”.

Anche l’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi (AIGAB) è intervenuta sul tema, evidenziando l’urgenza di soluzioni tecnologiche alternative.
“Siamo già in contatto con il Governo e con il Viminale. Il dialogo non si è mai interrotto. Condividiamo il nostro know-how per validare quanto prima l’identificazione da remoto degli ospiti”, ha dichiarato l’associazione in una nota ufficiale.
Secondo AIGAB, i processi digitali possono garantire sicurezza senza ricorrere alla compresenza fisica, permettendo di controllare l’effettivo accesso degli ospiti nelle case nel pieno rispetto delle norme.
L’associazione ha inoltre rivolto un appello alle amministrazioni locali:
“Auspichiamo che il principio di proporzionalità ispiri l’agire di molti enti locali che hanno abusato della Circolare, introducendo regolamenti oggi decaduti, ma che nel frattempo hanno causato malessere, costi e preoccupazioni a centinaia di migliaia di famiglie e imprenditori”.

Un punto di svolta per l’intero comparto turistico
La decisione del TAR del Lazio rappresenta un precedente importante per il settore extra-alberghiero, in continua crescita sia in Italia che nel resto d’Europa. Secondo ISTAT, nel 2023 le locazioni turistiche brevi hanno rappresentato oltre il 25% della capacità ricettiva nazionale, con una crescita annua superiore al 12%.
In un contesto di turismo sempre più digitale, le politiche di regolamentazione dovranno tenere conto della necessità di garantire sicurezza, concorrenza leale e innovazione tecnologica, senza ostacolare lo sviluppo di un settore ormai cruciale per l’economia turistica del Paese.
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