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Airbnb, un volano da 19,7 miliardi per l’economia italiana

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Gli affitti brevi gestiti tramite Airbnb non sono più solo un’alternativa alla ricettività tradizionale: secondo la nuova analisi indipendente di Nomisma, commissionata dalla piattaforma, nel 2024 il loro impatto economico complessivo ha sfiorato i 19,7 miliardi di euro, il valore più alto mai registrato in Italia. In pratica, ogni euro speso dagli ospiti sulla app ne genera altri tre lungo la filiera dell’ospitalità, dall’impresa di pulizie che assiste l’host al bar di quartiere dove i turisti fanno colazione.

Un moltiplicatore locale

Il report calcola che la community di host e viaggiatori abbia sostenuto l’equivalente di 139 mila posti di lavoro a tempo pieno: dalle lavanderie industriali ai servizi di manutenzione, passando per taxi, ristoranti e musei. Matteo Sarzana, country manager di Airbnb Italia, ha sottolineato che “la maggior parte di questa ricchezza rimane nei quartieri in cui si sviluppa: l’87 % della spesa degli ospiti avviene nel raggio di 2 km dall’alloggio“.

Matteo Sarzana, country manager di Airbnb Italia

Un settore turistico che accelera

Il boom di Airbnb si inserisce in un turismo nazionale che, dati Banca d’Italia alla mano, sta viaggiando più veloce del pre‑pandemia: nel 2024 la spesa dei turisti stranieri è salita del 4,9 % e ha superato i 54,2 miliardi di euro, con un ulteriore +6,4 % nel primo trimestre 2025.

L’effetto combinato degli affitti brevi e della domanda internazionale contribuisce all’avanzo record della bilancia turistica, che ad aprile 2025 ha toccato 1,8 miliardi di surplus, rispetto a 1,4 miliardi dello stesso mese 2024.

Oltre il dibattito regolatorio

Il valore creato dal modello ‘home sharing’ arriva mentre il Parlamento discute le nuove norme fiscali per gli affitti brevi nelle città d’arte, destinate a entrare in vigore nel 2025. Secondo l’osservatorio Weorizon, le proposte prevedono tetti più bassi alle notti affittabili e uno scambio dati rafforzato con l’Agenzia delle Entrate.

Nomisma evidenzia però che gli alloggi interamente dedicati ad affitti per più di 120 notti l’anno rappresentano appena lo 0,11 % del patrimonio immobiliare italiano, mentre quasi il 13 % delle abitazioni resta vuoto o sottoutilizzato.

Prospettive per il futuro dell’extralberghiero

Se le nuove regole sapranno bilanciare tutela dei residenti e attrattività turistica, l’ecosistema Airbnb potrebbe diventare un alleato strategico per valorizzare borghi e periferie, dove il 40 % delle prenotazioni del 2024 è avvenuto in comuni sotto i 20 mila abitanti. Per l’economista Silvia Vianello, ‘puntare su qualità dell’accoglienza diffusa e collaborazione con il territorio può amplificare il moltiplicatore già elevato degli affitti brevi‘.

Con un impatto pari quasi a un terzo dell’intera spesa dei viaggiatori stranieri, la piattaforma continua dunque a ridefinire il panorama dell’ospitalità italiana: il vero banco di prova sarà ora trasformare questa ricchezza in sviluppo sostenibile di lungo periodo, evitando effetti distorsivi sui mercati immobiliari locali.

Leggi Anche: Airbnb contro gli hotel: “Sono loro la vera causa dell’overtourism”

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