Scontri armati nella mattina di giovedì 24 luglio hanno portato alla temporanea chiusura dei confini tra Cambogia e Thailandia. Secondo le prime fonti ufficiali, si registrano almeno 11 vittime e 14 feriti. Il governo thailandese ha ordinato l’evacuazione di oltre 180.000 civili dai villaggi di confine, spostandoli in aree più sicure, mentre i propri cittadini sono stati invitati a lasciare la zona. L’epicentro degli scontri è l’area intorno al tempio di Ta Moan Thom, a circa 360 chilometri da Bangkok: la zona è attualmente interdetta. Alla base del conflitto vi sono tensioni territoriali mai completamente sopite, legate alla delimitazione dei confini durante il periodo coloniale dell’Indocina francese.
Viaggiatori internazionali: nessuna criticità segnalata, ma la prudenza è fondamentale
In particolare, sono oggetto di contesa diversi templi di epoca khmer, tra cui il Preah Vihear, sito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e assegnato alla Cambogia dalla Corte Internazionale di Giustizia nel 1962. Tuttavia, le aree circostanti continuano a essere teatro di violenze: tra il 2008 e il 2011 si contarono almeno 28 morti e migliaia di sfollati. Secondo quanto riportato da Reuters, il ministro della Salute thailandese Somsak Thepsuthin ha denunciato il bombardamento di un ospedale nella provincia di Surin, definendo l’azione “un crimine di guerra“.
Anche la Cina ha esortato i propri cittadini a evitare le zone di confine. Al momento non risultano criticità per i viaggiatori internazionali, ma la Farnesina invita alla massima prudenza: sul portale Viaggiare Sicuri si raccomanda di “astenersi da visite nelle aree coinvolte“, di seguire le indicazioni delle autorità locali e di tenersi aggiornati tramite i media.
Per emergenze, è attivo il numero dell’Ambasciata d’Italia a Bangkok: +66 818256103.
***
CONTINUA A LEGGERE SU BUSINESSMOBILITY.TRAVEL
Per non perderti davvero nulla seguici anche su LinkedIn, Instagram e TikTok
