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Antitrust contro Ryanair: rischio maxi multa fino a 1 miliardo di euro

In questo articolo

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato accusa la low cost irlandese di ostacolare le agenzie di viaggio fisiche e online. Decisione attesa entro il 22 dicembre. Ryanair respinge tutto: "Grave mistificazione dei fatti"

Ryanair rischia una maxi multa compresa tra 500 milioni e un miliardo di euro per presunto abuso di posizione dominante nel mercato italiano del trasporto aereo. L’istruttoria, avviata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) nel settembre 2023, è ormai alle battute finali: la decisione potrebbe arrivare già il 22 dicembre.

Secondo quanto ricostruito da Leonard Berberi del Corriere della Sera, l’Antitrust contesta alla compagnia low cost irlandese alcune pratiche che avrebbero reso sempre più difficile la vendita dei biglietti Ryanair attraverso le agenzie di viaggio tradizionali e online (OTA), spingendo di fatto i consumatori verso l’acquisto diretto sul sito del vettore.

L’istruttoria A568: ispezioni e documenti riservati

Il procedimento, identificato come A568, si è rivelato particolarmente complesso e delicato. Oltre allo scambio di memorie difensive – l’ultima depositata da Ryanair il 30 novembre 2025 – l’Agcm ha effettuato anche ispezioni fisiche negli uffici di Dublino, con acquisizione di documenti interni ed e-mail aziendali.

L’audizione finale della compagnia davanti all’Autorità si è svolta il 10 dicembre, segnando la chiusura della fase istruttoria.

Michael O’Leary, CEO Ryanair

Le accuse dell’Agcm: ostacoli alle agenzie di viaggio

Secondo l’Antitrust, Ryanair avrebbe sfruttato la propria posizione dominante nel mercato italiano, dove detiene una quota compresa tra il 38% e il 50% sulle rotte domestiche ed europee, per limitare lo spazio competitivo degli intermediari.

In Italia, infatti, un passeggero su tre vola con Ryanair, questo per ovvi motivi rende il vettore un player imprescindibile per molte agenzie di viaggio, soprattutto nel segmento leisure.

Verifica facciale, sistema “Shield” e contratti sbilanciati

Tra le pratiche finite sotto osservazione figurano:

  • la verifica facciale obbligatoria per i passeggeri che acquistano biglietti tramite agenzie online;
  • il sistema automatico di blocco delle prenotazioni ritenute “anomale”, denominato “Shield”;
  • contratti di distribuzione giudicati squilibrati nei confronti delle agenzie di viaggio.

Secondo l’Agcm, queste misure avrebbero avuto l’effetto di ridurre la possibilità di confronto dei prezzi, limitare le offerte combinate e condizionare la libertà di scelta dei consumatori, indirizzandoli verso il canale diretto del vettore.

Le proteste delle agenzie: “Concorrenza indebolita”

Decine di agenzie di viaggio e tour operator hanno presentato memorie all’Autorità, denunciando difficoltà operative tali da rendere, in alcuni casi, impossibile la vendita dei voli Ryanair.

Secondo gli operatori, ciò avrebbe generato ricadute economiche significative, in particolare sui pacchetti turistici e sui voli di corto raggio, con un peggioramento anche dell’esperienza del cliente finale, spesso costretto a gestire direttamente check-in, modifiche e assistenza post-vendita.

Per l’Antitrust una posizione dominante “non contestabile”

L’Agcm sostiene che Ryanair non abbia competuto “nel merito”, ma attraverso restrizioni artificiali e strategie escludenti, tali da ridurre la capacità competitiva delle agenzie online.

La combinazione tra quota di mercato, ampiezza della rete e ruolo centrale dei voli Ryanair per la distribuzione turistica configurerebbe, secondo l’Autorità, una posizione dominante non facilmente contestabile.

La difesa di Ryanair: “Solo sicurezza e lotta alle frodi”

Ryanair respinge tutte le accuse. In una memoria difensiva di oltre 200 pagine, corredata da uno studio commissionato a una società specializzata, la compagnia afferma che i sistemi contestati hanno finalità esclusivamente di sicurezza e contrasto alle frodi, non di limitazione della concorrenza.

Il vettore ribadisce inoltre che nessuna normativa europea impone alle compagnie aeree di vendere i biglietti tramite intermediari, e che il modello di vendita diretta è alla base delle tariffe più basse offerte ai passeggeri.

Il nodo del mercato rilevante

Un punto chiave della difesa riguarda la definizione del mercato rilevante adottata dall’Agcm. Secondo Ryanair, il perimetro sarebbe stato artificialmente ristretto, facendo salire la quota di mercato dal 34% al 50%, superando così la soglia di dominanza presunta.

Una tesi che, secondo alcuni esperti indipendenti, avrebbe elementi di fondatezza, se si considera il contesto competitivo a livello europeo.

La low cost parla apertamente di una “grave mistificazione dei fatti”, sostenendo che l’istruttoria dell’Agcm sia eccessivamente influenzata dalle posizioni delle parti segnalanti.

Ryanair ricorda inoltre che la Corte d’Appello di Milano, nel 2024, ha già stabilito che la scelta di vendere direttamente i biglietti non costituisce abuso di posizione dominante, in quanto economicamente giustificata e coerente con il modello di business.

Quali conseguenze per Ryanair

Se le contestazioni venissero confermate, la sanzione potrebbe arrivare fino al 10% del fatturato annuo, anche se nel caso specifico il riferimento sarebbe ai ricavi generati in Italia, pari a circa 2,7 miliardi di euro l’anno in media nell’ultimo triennio.

Oltre alla multa, l’Antitrust potrebbe imporre misure correttive, tra cui – ipotesi senza precedenti in Italia – l’obbligo per Ryanair di accettare l’intermediazione delle agenzie di viaggio.

Una decisione senza precedenti

Secondo diversi osservatori, non si ha memoria di un’autorità nazionale o europea che abbia imposto a un’impresa la modifica strutturale del proprio modello di business. Un eventuale provvedimento in questo senso rappresenterebbe un precedente rilevante per l’intero settore del trasporto aereo e del travel retail.

Dall’Agcm nessun commento ufficiale. Ryanair, attraverso una portavoce, ha dichiarato che “poiché la decisione non è ancora stata presa, sarebbe inappropriato commentare in questa fase”. Nei documenti finanziari, la compagnia definisce l’indagine “infondata”, ma ammette la possibilità di una decisione sfavorevole, che verrebbe impugnata davanti al Tar e al Consiglio di Stato.

Leggi Anche: Ryanair Prime: un flop da milioni di euro. Ecco perché la “super offerta” è durata solo 8 mesi

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