L’estate 2025 rischiava di portare una sgradita sorpresa agli automobilisti italiani. A inizio luglio, un emendamento al decreto Infrastrutture, presentato alla Camera dai relatori della maggioranza, prevedeva un aumento dei pedaggi autostradali a partire dal 1° agosto. L’incremento, che il vicepremier Matteo Salvini aveva definito “impercettibile“, sarebbe stato pari a un euro ogni 1.000 chilometri percorsi, cioè un millesimo di euro per chilometro. Il sovracanone Anas sarebbe passato da 6 a 7 euro per 1.000 km per auto e moto, e da 18 a 19 euro per i mezzi pesanti come autocarri e Tir. Per un viaggio tra Roma e Firenze, ad esempio, si sarebbe tradotto in un aumento di circa 26 centesimi.
Secondo il Ministero delle Infrastrutture, l’obiettivo era raccogliere 90 milioni di euro da destinare alla manutenzione della rete stradale gestita dall’Anas, in particolare le strade provinciali.
Le proteste politiche e il dietrofront
La notizia del possibile aumento dei pedaggi ha subito scatenato una bufera politica e le proteste dei consumatori. Fratelli d’Italia, nonostante avesse firmato l’emendamento, ha espresso “disappunto“, mentre dall’opposizione sono arrivate critiche durissime. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha accusato il governo Meloni di voler “mettere una tassa in più sugli italiani che vanno in vacanza“. Matteo Renzi ha parlato di “imbarazzo“, e Angelo Bonelli (Avs) ha chiesto il ritiro immediato della proposta. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha definito la misura “un altro colpaccio della maggioranza Meloni-Salvini-Tajani” che avrebbe aggravato il costo della vita per i vacanzieri.
Sotto il fuoco incrociato delle polemiche, Salvini ha chiesto e ottenuto il ritiro dell’emendamento. In serata, anche i deputati di Fratelli d’Italia Antonio Baldelli e Massimo Milani, relatori del decreto, hanno formalizzato la rinuncia.
Le associazioni dei consumatori: “Basta stangate per gli automobilisti”
Non solo politica. Le associazioni dei consumatori, come Adoc, hanno duramente contestato il provvedimento: “Gli automobilisti già affrontano rincari di carburanti e un costo della vita sempre più elevato. Ci mancava solo l’autostrada!“, hanno dichiarato in una nota. Le organizzazioni hanno chiesto al governo maggiore coerenza, accusandolo di “predicare bene e razzolare male“.
Ora mancano 90 milioni: le strade dell’Anas a rischio?
Il dietrofront ha evitato un rincaro autostradale in pieno esodo estivo, ma apre un problema concreto: dove trovare i 90 milioni necessari per garantire la manutenzione della rete Anas? Salvini e la maggioranza dovranno individuare nuove risorse senza gravare sugli automobilisti, già alle prese con aumenti di carburanti, traghetti e voli.
Secondo i dati ufficiali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il sovracanone Anas è fermo dal 2010, mentre il traffico autostradale è tornato ai livelli pre-pandemia, complicando ulteriormente la gestione delle infrastrutture.
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