L’industria alberghiera europea si mobilita contro le pratiche commerciali di Booking.com. È già arrivata a oltre 10.000 il numero di strutture ricettive che hanno aderito alla class action avviata da Hotrec – l’associazione europea degli hotel, ristoranti e caffè – in collaborazione con 30 organizzazioni nazionali del settore hospitality, per ottenere un risarcimento per presunti danni economici legati alle cosiddette “clausole di parità tariffaria”.
Secondo Hotrec, queste clausole, utilizzate per anni da Booking.com, hanno limitato la libertà degli albergatori di proporre prezzi più vantaggiosi sui propri canali diretti rispetto a quelli imposti dalla piattaforma. Nel 2015, diversi Paesi europei, tra cui Francia, Italia e Germania, hanno vietato tali clausole nei contratti tra piattaforme di prenotazione online e strutture ricettive. Tuttavia, secondo i promotori della class action, Booking avrebbe continuato a esercitare una forma di pressione commerciale che ha inciso negativamente sulla concorrenza e sui ricavi degli hotel.
Per iscriversi c’è tempo fino al 29 agosto
“Gli albergatori europei soffrono da tempo condizioni ingiuste e costi eccessivi”, ha dichiarato Alexandros Vassilikos, presidente di Hotrec. “È tempo di unirsi e chiedere giustizia. Questa iniziativa invia un messaggio chiaro: l’industria alberghiera europea non tollererà pratiche abusive nel mercato digitale”.
A fronte della risposta massiccia, Hotrec ha deciso di prorogare il termine per aderire alla causa fino al 29 agosto 2025. La registrazione è gratuita, non comporta rischi economici per le strutture partecipanti ed è disponibile online sul portale www.mybookingclaim.com, dove gli albergatori possono anche consultare le condizioni legali e ricevere supporto tecnico.
La causa è sostenuta anche da Hausfeld, studio legale internazionale specializzato in controversie antitrust, e da Verbraucherzentrale Bundesverband (VZBV), l’associazione dei consumatori tedesca. L’obiettivo è ottenere un risarcimento miliardario per compensare le perdite che migliaia di hotel avrebbero subito per effetto di queste politiche commerciali.
In attesa dei prossimi sviluppi legali, la vicenda potrebbe segnare un punto di svolta nei rapporti tra piattaforme online e settore alberghiero. Si aprirà la strada a un maggiore equilibrio tra visibilità digitale e tutela degli interessi economici delle strutture?
Per approfondire: Spagna, gli albergatori sfidano Booking, una class action da 3 miliardi di euro
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