booking sotto indagine

Booking sotto accusa: parte la class action europea degli hotel

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Dopo la sentenza della Corte di giustizia dell’Ue, parte una class action paneuropea promossa da 26 associazioni dell’ospitalità. Gli hotel italiani chiedono risarcimenti per 20 anni di perdite

Una class action senza precedenti scuote il panorama dell’ospitalità europea: Federalberghi, insieme a Hotrec (la confederazione europea degli albergatori e ristoratori) e ad associazioni nazionali di 25 Paesi, ha promosso un’azione legale contro Booking.com. Il motivo è l’imposizione, da parte del colosso olandese, delle cosiddette clausole di parità tariffaria (o parity rate), considerate dalla Corte di giustizia dell’Unione europea in violazione delle norme antitrust.

La sentenza europea che cambia tutto

Il 19 settembre 2024, la Corte di giustizia dell’Ue ha stabilito che le clausole di parità imposte da Booking – che vietavano agli hotel di offrire prezzi più vantaggiosi su altri canali – limitano la concorrenza, in contrasto con il diritto europeo. La sentenza è arrivata nell’ambito di una causa sollevata dal Tribunale distrettuale di Amsterdam, relativa al mercato tedesco nel periodo 2006–2016.

Secondo Federalberghi, per oltre vent’anni queste pratiche hanno “gonfiato le commissioni pagate dagli hotel” e impedito loro di offrire tariffe più basse sui propri siti. “Hanno danneggiato la concorrenza e limitato l’autonomia delle strutture ricettive”, si legge in una nota ufficiale.

Credit: https://curia.europa.eu/ – Corte Giustizia Europea

Gli hotel italiani possono chiedere il rimborso

Alla luce della decisione della Corte, le imprese italiane possono agire per il risarcimento. “Gli hotel hanno diritto a recuperare una parte significativa delle commissioni versate tra il 2004 e il 2024, più interessi”, spiega Federalberghi. Tutti gli albergatori possono aderire registrandosi su mybookingclaim.com entro il 31 luglio 2025.

L’azione è coordinata dalla fondazione Hotel Claims Alliance e sarà presentata nei Paesi Bassi, con il supporto di giuristi specializzati in diritto della concorrenza.

Nucara di Federalberghi: “Difendiamo i diritti degli albergatori”

Questa è un’opportunità per gli albergatori italiani per difendere i propri diritti, recuperare le perdite e sostenere un mercato online più equo”, ha dichiarato Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi.

Tra le 26 associazioni che sostengono l’iniziativa ci sono quelle di Austria, Germania, Francia, Polonia, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Svizzera e altri Paesi Ue ed extra-Ue.

La replica di Booking: “Sentenza fuorviante”

Booking.com ha risposto respingendo le accuse. “Non siamo stati informati di alcuna azione legale a livello europeo”, ha affermato la società in una nota, definendo le conclusioni tratte da Hotrec “fuorvianti”.

La piattaforma ha puntualizzato che la sentenza riguarda esclusivamente la Germania e non stabilisce in modo definitivo l’illegittimità delle clausole, rinviando la decisione finale al Tribunale di Amsterdam.

Intanto, Booking regolarizza i conti con il fisco italiano

Parallelamente alla vicenda legale, Booking ha siglato una transazione con l’Agenzia delle Entrate italiana per 312 milioni di euro, chiudendo un contenzioso fiscale avviato nel 2017 relativo alla mancata raccolta della cedolare secca sugli affitti brevi.

L’accordo segue una sentenza del Consiglio di Stato (ottobre 2023) che ha confermato la legittimità della normativa italiana. È la seconda transazione della piattaforma, dopo quella da 94 milioni di euro relativa all’IVA.

Siamo lieti di aver raggiunto un’intesa con le autorità italiane”, ha dichiarato Booking, sottolineando che da gennaio 2024 raccoglie e versa direttamente l’imposta per conto dei proprietari di immobili.

Leggi Anche: Spagna, gli albergatori sfidano Booking: una class action da 3 miliardi di euro 

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