La sostenibilità nel business travel parte “dal basso”

10/02/2023
Secondo gli ultimi report, i viaggiatori d'affari chiedono più sostenibilità nei loro spostamenti di lavoro, e la filiera si sta adeguando

I viaggiatori d’affari vogliono la sostenibilità, stando a quanto emerge da alcune ricerche. L’ultima è stata pubblicata da Trainline Partner Solutions, la celebre azienda dietro l’app Trainline che permette di trovare soluzioni di viaggio sia business, sia leisure al miglior prezzo, integrando più compagnie.

La ricerca è stata condotta nel Regno Unito, ma è un trend che riguarda più in generale la maggior parte dei business traveller europei.

“Sostenibilità” è una parola chiave per (quasi) tutti

Secondo il report, condotto all’inizio di gennaio 2023 su 1.004 dipendenti, il 95% dei viaggiatori d’affari del Regno Unito ha fatto un viaggio in auto che avrebbe potuto fare tranquillamente in treno, soluzione preferita dal 66% degli intervistati. Il motivo è semplice: il treno stanca di meno dell’auto, perché non sei tu a guidare, ha comode poltrone e comodi tavoli dove poter continuare il proprio lavoro, portandosi avanti; o in alternativa fare altro.

Sempre in quest’ottica, il 73% dei viaggiatori d’affari inglesi vorrebbe per il 2023 un aumento dei viaggi a basse emissioni di carbonio come appunto garantisce il treno, e il 67% di loro si dichiara “preoccupato” per la sua impronta di carbonio, soprattutto considerando che metà dei dipendenti ha, nel post-pandemia, un volume di viaggi di lavoro pari se non superiore ai livelli del 2019.

Assistiamo quindi a una situazione inversa ad altri settori, come l’edilizia o l’automotive, dove il cambiamento nell’ottica sostenibile è più un’imposizione. In questo caso, i viaggiatori d’affari, come i viaggiatori più in generale, sono Eco-consapevoli, e non è una cosa da poco per la filiera. Tanto il settore dei trasporti (treni ma soprattutto aerei), quanto quelli degli alberghi devono quindi a loro volta diventare in grado di attrarre viaggiatori eco-consapevoli.

Come si muove l’industria

Per soddisfare le richieste dei viaggiatori, l’intera filiera si sta muovendo in un’ottica sostenibile. A partire dagli aerei: il famoso Green Deal europeo, celebre per il fit for 55 e perché mette “al bando” i motori endotermici sulle auto, in realtà non parla solo a chi viaggia in automobile. Nel mirino verde dell’Unione Europea c’è anche l’aviazione, le cui emissioni sono ancora più alte di quelle delle automobili.

Per questo, molte compagnie aeree insieme ai produttori di aeromobili stanno correndo dello sviluppo di aerei elettrici, pensati per le tratte brevi; e di aerei prima ibridi e a idrogeno per quelle intercontinentali. Tra le low cost, EasyJet sembra la compagnia più impegnata. Nel 2020 ha iniziato lo sviluppo di un aereo elettrico da 186 posti insieme alla start up statunitense Wright Electric, i cui test a terra sono iniziati nel 2021 e nel corso del 2023 dovrebbero partire i primi test di volo, tutto affinché l’aereo sia operativo entro il 2030.

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Più di recente, nell’ultima parte del 2022, la compagnia aerea Scandinavian Airlines, nonostante i problemi finanziari che l’hanno portata ad avvalersi della protezione dei creditori negli Usa – il famoso Chapter 11 -, ha annunciato che dal 2028 la sua flotta sarà composta da più esemplari dell’ES-30, grazie alla collaborazione con Heart Aerospace. Un aereo piccolo, pensato per tratte interne o al massimo regionali vista la capacità di 30 persone, con autonomia di 200 chilometri in elettrico, e 800 chilometri in modalità ibrida. Lo stesso modello sarà usato da Air Canada, che ne ha ordinati 30.

Il costruttore, appunto Heart Aerospace, sfrutterà il progressivo miglioramento delle batterie per aumentare l’autonomia in elettrico dei suoi velivoli: 300 km entro il 2035, 400 chilometri entro il 2040, a cui aggiungere gli altri 600 dati dal generatore interno.

E lato accomodation? Il numero di hotel che punta alle emissioni 0, o addirittura al credito energetico, è in aumento. Implementazione di pannelli solari, uso di materiali naturali e/o riciclati sono i due trend principali che riguardano le nuove strutture alberghiere.

Due esempi “testati” da chi scrive. Il Relais San Maurizio, a Santo Stefano Belbo (CN), sorge in un ex convento di cui ha mantenuto tutti gli spazi, comprese le coltivazioni che gli consentono di auto-produrre quasi tutto ciò che viene servito nel ristorante, oltre all’opera di ristrutturazione che ha portato a un efficientamento energetico. O l‘Au Charmant Petit Lac di Champoluc (AO) che propone solo piatti con ingredienti di stagione, dispone di infrastrutture di ricarica e pannelli solari.

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