Indigo aerei a terra

Caos negli aeroporti indiani: IndiGo cancella oltre 300 voli in un giorno

In questo articolo

Il colosso del low‑cost, che copre circa il 65 % del traffico interno indiano, stoppa decine di tratte: alla base le nuove regole sul riposo dei piloti, ma anche ritardi nella programmazione e guasti tecnici. I viaggiatori restano a terra e le autorità tornano sui propri passi

Giovedì 4 dicembre, IndiGo ha cancellato più di 300 voli -compresi molti in partenza dagli scali metropolitani- costringendo migliaia di passeggeri a ritardi, cancellazioni e ore d’attesa negli aeroporti.

Secondo la compagnia e fonti vicine alla vicenda, la causa principale sono le nuove regole per i piloti, entrate in vigore a novembre 2025 sotto il programma DGCA (Flight Duty Time Limitations – FDTL), che impongono un riposo settimanale obbligatorio di 48 ore (contro le 36 precedenti) e limitano ad appena due gli atterraggi notturni a settimana per ogni pilota, rispetto ai sei consentiti in precedenza.

A questo si aggiungono ritmi intensi, turnazioni stringenti e un calendario invernale già programmato: una combinazione che, secondo la compagnia, ha ridotto drasticamente la disponibilità di equipaggi pronti a coprire tutti i voli.

Una crisi annunciata: la carenza di piloti e la mancata pianificazione

IndiGo, che gestisce circa 2.300 voli al giorno e detiene quasi il 65‑66 % del mercato domestico indiano, non è riuscita ad adattarsi in tempo alle nuove disposizioni.

L’equazione è semplice o meglio, avrebbe dovuto esserlo: meno voli notturni, più riposo, più personale necessario. Invece, secondo alcuni sindacati di piloti e osservatori del settore, la compagnia ha mantenuto un approccio troppo “snello”, con personale al limite e margine operativo quasi inesistente per assorbire imprevisti.

Il risultato è stato un crollo operativo: già mercoledì sarebbero stati cancellati circa 150 voli, mentre giovedì la situazione è precipitata con oltre 300 cancellazioni — un segnale di come la compagnia fosse impreparata ad affrontare la revisione normativa.

Disagi per i passeggeri e tensioni sui social

La situazione ha scatenato la rabbia di molti viaggiatori: code ai check‑in, voli annunciati e poi cancellati, cancellazione di partenze all’ultimo minuto, e grande confusione per quanto riguarda i rimborsi o le nuove prenotazioni.

Nei post sui social e su forum dedicati al travel, alcuni utenti denunciano ore di attesa negli aeroporti, voli saltati e vacanze rovinate. Un commento da un forum di appassionati di aviazione descrive la situazione come “caos totale”, imputando la crisi a una “monopolizzazione del traffico interno” da parte di una sola compagnia mal preparata.

Da parte sua, la compagnia, in una nota, ha fatto sapere di aver apportato “aggiustamenti calibrati” al proprio programma di volo per le prossime 48 ore, tentando di riportare la situazione alla normalità.

Il dietrofront del regolatore e le contromisure

Di fronte al disastro operativo, la DGCA è intervenuta: venerdì 5 dicembre ha temporaneamente sospeso la regola che impediva di considerare i giorni di “leave” come parte del riposo settimanale: una mossa per offrire maggiore flessibilità nella pianificazione dei turni e alleviare la crisi. 

In pratica, le ferie o i giorni liberi potranno essere conteggiati come riposo obbligatorio, consentendo a IndiGo di schierare più piloti pronti a volare.

Nonostante ciò, l’azienda ha chiarito che per stabilizzare completamente le operazioni servirà tempo: ha chiesto una deroga temporanea dalle norme notturne per la sua flotta A320 fino al 10 febbraio 2026 e preannuncia operazioni a regime graduali.

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