Caro voli, le nuove misure del governo per contenere i prezzi

Il decreto legge “Asset e investimenti”, detto anche decreto “omnibus”, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri

Il decreto legge “Asset e investimenti”, detto anche decreto “omnibus”, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 agosto 2023.

Tra i 24 articoli contenuti nel provvedimento, sono previste «misure urgenti» per contrastare il caro voli «a tutela degli utenti dei servizi di trasporto aereo – si legge nella bozza – i quali, a causa dell’esponenziale aumento delle tariffe, non riescono, nei periodi di picco della domanda, a fruire dei servizi di continuità territoriale».

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Stretta sul caro voli

L’articolo 1 della bozza del decreto legge “Asset e investimenti” prevedeva una stretta da parte del governo sulle «pratiche commerciali scorrette relative ai prezzi praticati su voli nazionali per le isole».

Visti gli anomali aumenti registrati nei primi sei mesi dell’anno, con un incremento dei prezzi dei biglietti aerei di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo del 2022, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato per il 20 luglio una commissione «di allerta rapida sul caro voli», insieme alle associazioni di categoria.

Al centro delle verifiche del Mimit anche l’andamento dei costi per gli utenti su alcune tratte verso Sicilia e Sardegna.

La situazione attuale del trasporto aereo ha quindi richiesto un intervento urgente da parte dell’Esecutivo.

Il decreto “omnibus” prevede infatti «misure a tutela degli utenti dei servizi di trasporto aereo», si legge nella nota di Palazzo Chigi.

«Per contrastare il caro voli» viene vietata «la fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aeree, modulata in relazione al tempo della prenotazione», se concorrono tre condizioni:

  • è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole;
  • avviene durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale;
  • conduce ad un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200% superiore alla tariffa media del volo

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Tra le misure previste anche lo stop all’utilizzo di «procedure automatizzate di determinazione delle tariffe – da e per le isole, ossia laddove sussistono esigenze di continuità territoriale – basate su attività di profilazione web dell’utente o sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati per le prenotazioni, quando esso comporti un pregiudizio economico».

Il governo considera una «pratica commerciale scorretta» l’uso degli algoritmi per proporre tariffe diverse in base al tipo di utente web e di device utilizzato. In sostanza, stop a prezzi diversi per lo stesso volo.

La risposta dei vettori: “misure punitive, serve un richiamo alle normative europee e un invito al confronto costruttivo”

In merito all’approvazione del decreto legge “omnibus” negli scorsi giorni è giunta la risposta dei vettori aerei operanti nel mercato italiano, rappresentati da IBAR (Italian Board of Airlines Representatives) e Assaereo (Associazione Nazionale Vettori e Operatori del Trasporto Aereo).

Nel comunicato, pubblicato poche ore dopo il consiglio dei ministri del 7 agosto, le due associazioni sottolinea il fatto che “non ricorrano i presupposti per una decretazione d’urgenza come quella del decreto-legge dal momento che, intervenendo le disposizioni dell’art. 1 su periodi di ‘picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato d’emergenza nazionale’, i picchi di domanda relativi alla stagione estiva sono di fatto già superati“.

Una decisione, quella presa dall’esecutivo che, secondo IBAR e Assaereo, giunge “in assenza di un preventivo confronto con i vettori rappresentati, che avrebbe potuto restituire informazioni approfondite circa le prassi dell’industria e individuare soluzioni meno punitive per il settore”.

Nella nota viene inoltre ricordato che “l’industria del trasporto aereo opera in un contesto generale di mercato libero e deregolamentato“, una condizione che, dopo la sua istituzione avvenuta nel 1992, ha portato nel corso degli anni “benefici enormi in termini di livelli di occupazione, incremento di frequenze e collegamenti commerciali, aumento della concorrenza e, cosa più importante, accesso al mezzo di trasporto aereo esteso alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani ed europei”.

Un’eventuale limitazione al libero mercato del trasporto aereo potrebbe “generare impatti negativi sull’offerta e sui prezzi dei biglietti, a danno della libera circolazione dei cittadini, dell’occupazione diretta e dell’indotto nel settore”.

Le due associazioni concludono il proprio intervento auspicando “che le disposizioni ipotizzate possano essere rivalutate a seguito di un costruttivo confronto, da tenersi anche in tempi strettissimi, al fine di individuare soluzioni che contemperino, nel rispetto delle normative applicabili, il preminente interesse alla mobilità dei cittadini italiani con gli interessi dei vettori aerei, che investono risorse e mezzi nel mercato italiano proprio per contribuire a tutelare tale diritto alla mobilità”.

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