Come cambia il Business Travel secondo Marco D’Ilario, HRS. L’intervista

07/06/2023
Anche i viaggi d'affari in Italia diventano (finalmente) digitali. E si affacciano sul tema della sostenibilità e del procurement, grazie anche a due iniziative targate del colosso delle prenotazioni alberghiere tedesco

Dal suo privilegiato punto di vista, Marco D’Ilario SVP Global Markets & Operations di HRS, ci racconta come sta andando il business travel in Italia e nel resto del mondo. E, soprattutto, com’è cambiato.

“L’Italia prima della pandemia partiva come fanalino di coda, era il paese più offline e meno tecnologico. Sia da parte della domanda sia da quella dell’offerta. Ma on l’accelerazione degli ultimi anni è stato colmato il gap tecnologico. Tutte (o quasi) le aziende operanti in Italia utilizzano infatti i self booking tool. E una grande spinta per questa accelerazione l’hanno anche dati gli sviluppi dei sistemi di pagamento. Ormai tutti (o quasi…ancora) usano le Virtual credit card, mettendosi a pari con gli stati Uniti e il resto d’Europa”.

Tra i cambiamenti in atto anche una maggior attenzione alla sostenibilità

“Anche se siamo ancora indietro, le aziende italiane stanno scoprendo i viaggi sempre più sostenibili. E che noi ci pregiamo, con il nostro progetto Green Collection di aver aiutato a portarlo all’attenzione delle società. Mentre per gli alberghi, questo progetto che dà delle indicazioni per poter offrire un’accomodation il più possibile green, ha aiutato a efficientarli”.

Aiutare a efficientare strutture e aziende: quasi un mantra per HRS…

“Sì. Cerchiamo di farlo in ogni nostra scelta. Ad esempio anche sul procurement – qui sì con l’Italia ancora molto indietro rispetto, ad esempio, a oltre oceano – abbiamo lanciato un piano che ha come “consorziato” tutte le spese, scese sensibilmente durante la pandemia, delle aziende nei confronti degli hotel, permettendo loro di ottenere tariffe e disponibilità in convenzione. Ne abbiamo consorziato 600 di alberghi complaince al Corporate Consortia Rate, e abbiamo un obiettivo di mille”.

E non solo con i pernottamenti alberghieri…

“Certamente. Noi, grazie all’analisi dei dati, siamo in grado di consolidare le spese anche di eventuali long stay – sempre più richiesti – e dei meeting ed eventi, assiema al Bt più classico. Tenete conto che, secondo molti studi, il 40% delle spese di viaggio è scarsamente trasparente”.

Una battuta sulla cybersicurezza…

“Le grosse commesse passano attraverso Rfp – Resquest For Proposal, dove la cybersicurezza è un prerequisito per tutte le gare. Lavoriamo in 5 continenti con le aziende che fanno parte di Fortune 100. Per noi la sicurezza dati e la privacy deve essere compliance”.

E sull’evoluzione della vostra offerta…

“Hrs nel tempo ha cambiato Dna: pionieri a livello mondiale dal ’95 per la prenotazione online degli alberghi, con una grande accesso agli hotel indipendenti, a questo atout, aggiungiamo tutto il mondo elle catene, grazie al fatto di essere una open platform. Verifichiamo in tempo reale la disponibilità e le tariffe su tutti i canali. Arrivando a una ri-prenotazione automatica se le tariffe scendono. Utilizziamo la IA per facilitare la travel experience, grazie alla storicizzazione dei comportamenti dei viaggiatori, integrata con la policy aziendale, proponendo quindi display ad hoc per ogni viaggiatore. Abbiamo un milione di hotel di database, ma quelli rilevanti per noi – e per i viaggiatori d’affari – sono 60-70 mila”.

Vedi qui l’intervista integrale

 

Leggi anche: Anche Radisson nel programma Green Stay Initiative di HRS

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