Covid: la Cina riapre, il mondo ha paura

29/12/2022
La Cina riapre e ripartono i primi voli verso il resto del mondo. Che ha paura di una nuova pandemia. Ritornano quindi i tamponi negli aeroporti. Anche in Italia

Le proteste sociali – e le difficoltà economiche – derivanti dalla politica Zero Covid della Cina ha portato il governo centrale di Xi alla riapertura del proprio paese. E, soprattutto, delle frontiere.

Già i primi voli hanno lasciato il suolo cinese… spargendo il Covid (con quale variante?) nei paesi di destinazione. Tanto che tutti questi paesi hanno pensato di reintrodurre i tamponi obbligatori dai viaggiatori dal Paese asiatico e la quarantena per i contagiati.

L’intervento del ministro Schillaci: “tamponi obbligatori”

I primi voli giunti dalla Cina a Malpensa e Fiumicino hanno visto circa la metà dei viaggiatori controllati – con un tampone facoltativo – positivi. Numeri preoccupanti che hanno portato a rendere obbligatori i test per chi giunge dalla Cina.

Come ha annunciato anche il ministro della salute Orazio Schillaci: “Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covid-19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana”.

“C’è una insorgenza di casi Covid in Cina, legata probabilmente al fatto che non ha seguito la nostra stessa profilassi e non aveva neanche i nostri stessi vaccini. Poi, quello che è successo veramente in Cina lo scopriremo chissà quando” ha rincarato la dose il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani.

Un fronte comune in Ue

Dalla Commissione Ue si sottolinea che “alla luce della situazione attuale in Cina relativa al Covid la Commissione europea ha convocato il Comitato per la Sicurezza Sanitaria questa mattina per discutere con gli Stati membri e le agenzie europee le possibili misure per un approccio coordinato”.

Commissione ha cui il ministro Schillaci ha scritto subito, comunicando la scelta di ripristinare i controlli e le quarantene per i voli in arrivo dalla Cina, ma anche per i passeggeri che fanno scalo in altri paesi asiatici o, appunto, anche nei maggiori hub europei (la Germania in primis).

I sospetti Usa

Gli Stati Uniti, già profondamente colpiti dalla “prima” pandemia del Covid-19, non si fida delle autorità di Pechino, che non condividono abbastanza informazioni sull’aumento dei casi di coronavirus nel Paese. Quindi dal 5 gennaio “tutti i passeggeri aerei di età pari o superiore a due anni dovranno sottoporsi al test non più di due giorni prima della partenza dalla Cina, da Hong Kong e da Macao, e mostrare il risultato negativo del test alle compagnie aeree al momento della partenza”, è la posizione federale.

Controlli in tutti i paesi

Tra i primi paesi a prendere provvedimenti è stato il vicino Giappone: chi entrerà nel Paese dalla Cina dovrà presentare l’esito negativo di un tampone a partire dal 30 dicembre prossimo, ha annunciato il primo ministro Fumio Kishida.

L’India già la settimana scorsa aveva reso obbligatorio il tampone per chi entra non solo dalla Cina ma anche da Giappone, Corea del Sud, Hong Kong e Thailandia, mentre Taiwan ha annunciato che le persone che arrivano dalla Cina in nave o in aereo dovranno sottoporsi ad un test Pcr all’arrivo sull’isola e i viaggiatori che risulteranno positivi dovranno auto-isolarsi per 5 giorni dal 1° gennaio.

Stessi provvedimenti hanno preso altri paesi asiatici, come la Malaysia, mentre altri li stanno adottando, come le Filippine. E sopra tutto aleggia il Capodanno cinese, che cadrà quest’anno il 22 gennaio. Festa che solitamente muove centinaia di milioni di cinesi. E, quindi, centinaia di miliardi di virus…

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