La recente approvazione, da parte della Commissione Trasporti (TRAN) del Parlamento europeo, di due emendamenti sulla riforma dei diritti dei passeggeri ha innescato una durissima reazione da parte delle principali associazioni di categoria degli agenti di viaggio e tour operator.
Il nodo del contendere riguarda una misura che introduce l’obbligo di rimborsare anche le commissioni di intermediazione pagate dal cliente, qualora venga rimborsato anche il biglietto per la cancellazione del servizio di trasporto (aereo, ferroviario o marittimo). Una decisione che ECTAA – European Travel Agents’ and Tour Operators’ Associations – e FTO – Federazione Turismo Organizzato – definiscono “profondamente ingiusta” e “dannosa per l’intero sistema di distribuzione turistica“.
Cosa coprono le commissioni di intermediazione
Le commissioni di intermediazione – o service fee – non sono un margine accessorio per gli agenti, ma una voce fondamentale che garantisce la sopravvivenza delle agenzie, in un mercato in cui le remunerazioni da parte dei fornitori (come compagnie aeree e ferroviarie) sono ormai inesistenti o minime.
Come sottolineano FTO ed ECTAA, le fee coprono un insieme di attività professionali svolte dall’agente in favore del cliente:
- ricerca delle soluzioni più adeguate e personalizzate,
- gestione della prenotazione e dell’acquisto,
- supporto pre, durante e post viaggio,
- gestione di eventuali modifiche, cancellazioni e rimborsi.
In altre parole, anche in caso di mancata erogazione del servizio di trasporto, il lavoro dell’agente viene svolto a prescindere. Chiedere il rimborso della commissione equivale, secondo le associazioni, a negare il valore del servizio professionale.

Le voci delle associazioni: “Decisione miope e pericolosa”
A prendere posizione è innanzitutto Frank Oostdam, presidente di ECTAA, che denuncia:
“È profondamente ingiusto richiedere il rimborso della commissione quando l’agente ha già svolto il proprio lavoro. Penalizzare migliaia di imprese per eventi fuori dal loro controllo mina l’intero sistema di distribuzione turistica. Questa proposta deve essere urgentemente rivista”.

Dello stesso avviso Franco Gattinoni, presidente FTO, che rincara:
“Incomprensibile, incoerente, inaccettabile. Ancora una volta si tenta di scaricare sulle agenzie di viaggio le inefficienze dei vettori. Non si possono cancellare i diritti di chi lavora con serietà, danneggiando un comparto vitale per l’economia turistica europea. Ci opporremo con ogni strumento legittimo a questa deriva pericolosa”.
Secondo i dati riportati da FTO, il 98% delle agenzie di viaggio in Europa è composto da micro o piccole imprese, spesso a conduzione familiare, già colpite duramente da pandemia, inflazione e volatilità della domanda turistica.
Una richiesta urgente: correggere il testo prima del voto finale
L’emendamento approvato non è ancora definitivo: la proposta dovrà passare al voto in plenaria al Parlamento europeo, previsto nei prossimi mesi. Per questo, FTO ed ECTAA chiedono un’azione correttiva immediata: gli emendamenti devono essere modificati affinché venga escluso l’obbligo di rimborso delle commissioni di intermediazione, nei casi in cui l’agente abbia svolto correttamente il proprio servizio.
“La sostenibilità economica della distribuzione turistica è una responsabilità che le istituzioni europee non possono ignorare“, affermano congiuntamente le due associazioni. “Confidiamo nel buon senso del Parlamento, che deve garantire equità per tutti gli attori della filiera, senza creare ulteriori disparità“.
La questione si inserisce nel più ampio quadro della revisione del Regolamento (CE) n. 261/2004 sui diritti dei passeggeri nel trasporto aereo e dei corrispondenti regolamenti per altri mezzi di trasporto. L’intenzione di Bruxelles è quella di rafforzare i diritti dei consumatori europei, ma – secondo molti operatori – senza ascoltare adeguatamente le esigenze delle PMI della filiera turistica.
Le associazioni firmatarie invitano pertanto la Commissione Trasporti e l’intero Parlamento europeo a trovare un equilibrio tra tutela del viaggiatore e salvaguardia del lavoro professionale, evitando provvedimenti che rischiano di favorire il caos anziché la protezione.
L’appello resta aperto, in attesa del prossimo round legislativo a Strasburgo.
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