È un appello congiunto e senza precedenti quello lanciato dalle principali online travel agency (ota) e dai global distribution system (gds), rappresentati da Eu Travel Tech, alla Commissione Europea. Nel mirino l’uso strategico e integrato di Google Hotels e Google Flights, strumenti che – secondo l’associazione – altererebbero le dinamiche di mercato e penalizzerebbero la concorrenza.
Mounier (Eu Travel Tech): “Abusi gravi e danni a consumatori e operatori”
Il segretario generale di Eu Travel Tech, Emmanuel Mounier, ha affidato alla stampa una nota durissima, ripresa dalla testata spagnola Preferente. “Google sta riuscendo a dominare la ricerca dei viaggi integrando i propri servizi, limitando non solo la concorrenza di piattaforme simili, ma danneggiando anche i consumatori e i fornitori di servizi turistici, che beneficiano della visibilità degli intermediari“.
Il Digital Markets Act come arma per riequilibrare il mercato
Secondo Mounier, il tempo delle analisi è finito. “Dopo anni di consultazioni, è giunto il momento di mettere fine a questa pratica sleale. L’Unione Europea deve far rispettare il Digital Markets Act (Dma) e garantire condizioni eque per tutti gli attori del settore“, ha dichiarato, auspicando un’azione forte e immediata.
Google nel mirino dell’Ue: rischio sanzione record da 35 miliardi di dollari
Il richiamo di Eu Travel Tech arriva in un momento critico per il colosso di Mountain View, attualmente sotto esame da parte della Commissione Europea per presunte violazioni del Dma. Se confermate, le irregolarità potrebbero costare a Google una multa fino al 10% del fatturato annuo: un colpo da 35 miliardi di dollari, su un totale 2024 di circa 350 miliardi, che inciderebbe pesantemente sulle sue performance finanziarie globali.
Una battaglia di sistema: l’Europa sfida i giganti del digitale
L’intervento di Eu Travel Tech segna un punto di svolta nella battaglia per la trasparenza e l’equità nel settore digitale. Le regole ci sono, dicono gli operatori, ora serve il coraggio politico per farle rispettare. E se l’Ue darà seguito a queste richieste, l’esito dello scontro con Google potrebbe cambiare radicalmente il futuro dell’intermediazione digitale nel travel – e non solo.
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