Il Boeing 787 Dreamliner, protagonista della tragedia aerea avvenuta ieri in India, rappresentava fino a pochi giorni fa uno dei simboli dell’innovazione nel settore dell’aviazione civile. Immesso nel mercato nel 2011, il 787 si era subito distinto per soluzioni tecnologiche all’avanguardia: fusoliera realizzata al 50% con materiali compositi, soprattutto fibra di carbonio, maggiore efficienza energetica, finestrini più grandi della media e un ambiente di cabina più silenzioso e salubre.
Dotato di un’autonomia di circa 13.500 chilometri, è stato il primo aereo progettato per rotte a lungo raggio con consumi ridotti. Grazie ai motori General Electric GEnx e Rolls Royce Trent 1000, il Dreamliner garantisce infatti un risparmio di carburante fino al 20% rispetto ai modelli precedenti. Un aereo pensato anche in chiave sostenibile, in risposta alle crescenti esigenze del settore per ridurre l’impatto ambientale.
Tuttavia, non sono mancate criticità. Nel 2013 l’intera flotta mondiale era stata temporaneamente messa a terra a causa di problemi alle batterie, sebbene senza vittime. Recentemente il modello era stato sottoposto a nuovi controlli di sicurezza.
L’aereo coinvolto nell’incidente in India non era nuovo: entrato in servizio nel 2014, aveva accumulato circa 8.000 decolli e atterraggi.

Boeing sotto accusa: sicurezza e polemiche giudiziarie
La tragedia avvenuta in Gujarat, in una delle città simbolo dello sviluppo economico dell’India, colpisce non solo le vittime e le loro famiglie, ma anche l’immagine di Boeing, già da tempo sotto pressione.
Negli ultimi anni, infatti, diverse inchieste e testimonianze di ex dipendenti hanno acceso i riflettori su presunti problemi nella gestione della sicurezza da parte della compagnia. Alcuni lavoratori, ascoltati durante audizioni al Congresso degli Stati Uniti, hanno denunciato intimidazioni ricevute per aver segnalato difetti e criticità nella produzione.
A marzo 2025, Boeing ha accettato di pagare 1,1 miliardi di dollari al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, per evitare il processo relativo ai due gravi incidenti del 737 Max avvenuti tra il 2018 e il 2019. Si tratta del volo Lion Air 610 (29 ottobre 2018, 189 vittime) e del volo Ethiopian Airlines 302 (10 marzo 2019, 157 vittime). Entrambi precipitarono pochi minuti dopo il decollo, proprio come l’incidente di Air India.
Anche episodi più recenti, come la perdita di un pannello della fusoliera su un volo interno USA nel gennaio 2024, hanno contribuito a una crisi reputazionale che ha già fatto perdere miliardi a Boeing in Borsa e la fiducia di molte compagnie aeree.

Il futuro del traffico aereo tra crescita e sostenibilità
Nonostante le ombre che gravano su Boeing, il futuro del trasporto aereo resta segnato da una crescita costante. Secondo il Global Market Forecast 2025-2044 pubblicato da Airbus, nei prossimi 20 anni saranno necessari circa 43.400 nuovi aeromobili per rispondere all’espansione della domanda globale. Di questi, circa il 44% servirà a sostituire modelli obsoleti e meno efficienti.
Particolarmente dinamico il mercato asiatico. Il traffico interno in India sta registrando la crescita più rapida al mondo, con un incremento annuo dell’8,9%, seguito dalle rotte tra Asia emergente e Cina (+8,5%) e quelle tra Medio Oriente e Asia emergente (+5,3%).
Questa espansione richiederà non solo nuovi aeromobili, ma anche migliaia di piloti, tecnici e personale di bordo. Airbus, principale competitor di Boeing, prevede di giocare un ruolo di primo piano in questa trasformazione, grazie a soluzioni tecnologiche avanzate, programmi di manutenzione predittiva e ottimizzazione operativa.
Boeing, se vuole sopravvivere, dovrà trovare una soluzione di corsa, mentre il terreno che le sta scappando sotto i piedi.
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