L’intelligenza artificiale (AI) sta per rivoluzionare anche i cieli. Le maggiori compagnie aeree e i principali costruttori di aeromobili – da Airbus a Boeing – stanno investendo nella ricerca per integrare sistemi di AI nei cockpit degli aerei commerciali. L’obiettivo? Automatizzare parte delle operazioni di volo, migliorare la sicurezza e ridurre i costi operativi.
Secondo IATA, il settore trasporti aerei dovrà affrontare nei prossimi anni una carenza globale di piloti: si stimano oltre 80.000 nuovi piloti necessari entro il 2032. In questo contesto, l’AI potrebbe rappresentare una soluzione di lungo termine. Una delle ipotesi più discusse è quella del single-pilot operation (SPO), ovvero la presenza di un solo pilota umano a bordo supportato da sistemi autonomi avanzati.
Doppio vantaggio: più sicurezza, meno costi
Uno dei principali benefici dell’intelligenza artificiale in cabina è la riduzione dell’errore umano, responsabile – secondo dati dell’ICAO – di circa l’80% degli incidenti aerei. I sistemi di AI, se integrati con i dati in tempo reale e le tecnologie di assistenza decisionale, potrebbero monitorare costantemente lo stato dell’aereo, prevedere guasti o anomalie, e suggerire azioni correttive prima che la situazione diventi critica.
Dal lato economico, l’automazione può portare un’importante ottimizzazione dei costi. L’eliminazione del secondo pilota potrebbe ridurre le spese del personale di volo di circa 30% a tratta, secondo uno studio della banca d’investimento UBS. Ma si aprono anche questioni su regolamenti, responsabilità legali e percezione dei passeggeri.
Airbus, Boeing e Lufthansa: sperimentazioni in corso
Il costruttore europeo Airbus ha già avviato diversi programmi sperimentali. Il più noto è ATTOL (Autonomous Taxi, Take-Off and Landing), testato con successo nel 2020 su un A350: l’aereo è stato in grado di decollare, atterrare e muoversi autonomamente senza l’intervento del pilota. Boeing, dal canto suo, collabora con Darpa e altri enti per sviluppare sistemi avanzati di pilotaggio remoto e AI assistita.
Nel 2023, Lufthansa ha avviato un programma pilota in collaborazione con IBM Watson per utilizzare l’AI nel supporto alla manutenzione predittiva e nella gestione dei piani di volo. Anche Cathay Pacific e Singapore Airlines stanno sperimentando soluzioni simili.
Le sfide aperte: sicurezza, normativa e fiducia dei passeggeri
Nonostante l’ottimismo tecnologico, le barriere normative e psicologiche restano alte. Le autorità per la sicurezza del volo, come l’EASA e la FAA, non hanno ancora approvato operazioni commerciali con un solo pilota a bordo. Secondo una ricerca condotta nel 2024 da Oliver Wyman, il 65% dei passeggeri si dichiara contrario a salire su un volo con un solo pilota assistito da AI.
C’è poi il tema della cybersicurezza: l’adozione di sistemi intelligenti richiederà un robusto sistema di protezione da attacchi esterni e da malfunzionamenti interni. Per questo motivo, secondo gli esperti del MITRE Aviation Institute, è probabile che la transizione sarà graduale, con fasi intermedie che vedranno l’AI in affiancamento ai piloti per attività non critiche, come la pianificazione o la gestione dei ritardi.

Il futuro del volo? Semi-autonomo, ma non subito
Il futuro del trasporto aereo si muove verso una maggiore automazione, ma la presenza del pilota umano resterà centrale ancora per molti anni. La sfida sarà trovare il giusto equilibrio tra tecnologia, sicurezza e accettazione sociale.
Come ha dichiarato Guillaume Faury, CEO di Airbus: “L’automazione non è una minaccia, ma un’opportunità per rafforzare la sicurezza del volo e affrontare la carenza di piloti. Ma il cielo non sarà mai totalmente senza uomini”.
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