Mancano poco meno di 100 giorni all’apertura dei XXV Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026, in programma dal 6 al 22 febbraio tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Sono previste 17 giornate di gare, con 195 eventi da medaglia e quasi 2.900 atleti provenienti da tutto il mondo, mentre l’audience televisiva stimata dovrebbe superare i 3 miliardi di spettatori.
Sul fronte dei biglietti, i numeri parlano già di un successo: sono stati venduti circa 800.000 tagliandi, con incrementi attesi nei prossimi mesi. In una fase precedente, in sole sei giornate erano già stati collocati quasi 300.000 biglietti, con una media di 7 ticket per acquirente.

Olimpiade “diffusa”: opportunità e complessità
Per l’Italia, si tratta della quarta Olimpiade ospitata (dopo Roma 1960, Cortina 1956 e le sedi lombardo-venete del 2006), ma è la prima con un modello organizzativo “diffuso” che coinvolge tre regioni. Questo modello garantisce visibilità ampia, ma introduce sfide logistiche, di coordinamento e distribuzione delle risorse.
Sul versante infrastrutturale, il programma prevede 98 opere “a cinque cerchi” per un investimento complessivo stimato di 3,4–5,3 miliardi di euro (a seconda delle fonti). Tra le opere simbolo: lo Sliding Centre di Cortina — realizzato in tempi record e sotto budget — e il Villaggio Olimpico di Milano, che dopo i Giochi diventerà un studentato da 1.700 posti.
La cerimonia inaugurale è prevista allo Stadio San Siro, con sfilate multi-location (Milano, Livigno, Cortina, Predazzo) e un tema su “armonia”. Sul fronte mobilità, gli aeroporti di Malpensa, Linate e Bergamo saranno potenziati, mentre FS Group e Trenord hanno pianificato convogli speciali verso le aree alpine.
Tuttavia, restano nodi pratici: alcuni impianti (ad esempio quello hockeistico a Milano) sono ancora in costruzione, e la dispersione territoriale amplifica il rischio operativo rispetto a modelli olimpici centralizzati.

Turismo prima del via: trend e spinte d’anticipo
Il mercato turistico ha già avvertito l’effetto Olimpiade: nella regioni ospitanti si registra un’impennata nelle ricerche di alloggi invernali. Secondo uno studio Deloitte citato da Airbnb, la domanda generata dai Giochi dovrebbe produrre un impatto economico di circa 154 milioni di euro solo per il segmento degli alloggi condivisi, con ricadute anche fiscali per oltre 33 milioni. La stessa piattaforma segnala che le visualizzazioni dei listati olimpici sono cresciute di oltre 10 volte rispetto all’anno precedente, e che il numero di host nelle aree olimpiche è aumentato del 40%.
Questa pressione anticipata altera tessuto ricettivo e dinamiche tariffarie: le tariffe medie (ADR) nelle località olimpiche mostrano rialzi fino al +30 % rispetto alla stagione precedente.
Per i turisti, sarà fondamentale prenotare con largo anticipo, considerare aeroporti hub alternativi (Milano, Verona) e optare per pacchetti integrati che combinino alloggio e trasporti.

Scenari economici post-Giochi
Secondo l’analisi di Banca Ifis, l’impatto economico stimato complessivo supera i 5,3 miliardi di euro per Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige, suddivisi fra spesa locale, flussi turistici post-evento e valore infrastrutturale. Unioncamere, in particolare, segnala inoltre come grandi eventi come le Olimpiadi possano stimolare incrementi del 36 % nella spesa turistica nazionale.
Resta il convitato di pietra, in questo caso letteralmente. Gli investimenti per impianti sportivi, viabilità e strutture logistiche dovranno integrarsi con strategie di valorizzazione territoriale per evitare “cattedrali nel deserto”, come più volte accaduto in passato.
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