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Nati tra le nuvole: cosa succede quando un bambino nasce a bordo di un aereo?

In questo articolo

Anche se raro, il parto in volo è un evento possibile. Cosa accade a 10.000 metri di quota quando una nuova vita viene al mondo? Sicurezza, cittadinanza, curiosità e regole: tutto quello che c’è da sapere.

La nascita di un bambino durante un volo commerciale è un evento eccezionale, ma non inedito. Secondo i dati raccolti dall’Aviation Safety Network, tra il 1929 e il 2018 sono stati registrati ufficialmente 74 parti in volo. Tuttavia, questi numeri potrebbero essere sottostimati, considerando che non esiste un database globale obbligatorio per raccogliere questo tipo di eventi. L’ultimo caso noto risale all’8 maggio 2025, quando un volo Ryanair da Bruxelles Charleroi a Castellón è stato dirottato su Limoges, in Francia, dopo che una passeggera ha dato alla luce una bambina a 18.000 piedi sopra Mons.

Fino a quando è sicuro volare in gravidanza?

Secondo l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), volare durante la gravidanza è generalmente sicuro fino alla 36ª settimana, e fino alla 32ª settimana nel caso di gravidanze gemellari. Le compagnie aeree possono comunque richiedere un certificato medico dopo la 28ª settimana. È sempre consigliabile consultare il proprio medico prima di pianificare un volo.

Cosa succede se si entra in travaglio in volo?

In caso di travaglio durante il volo, il personale di bordo applica protocolli di emergenza standard. Nonostante l’addestramento degli assistenti di volo non preveda una formazione specifica per il parto, l’equipaggio è preparato a gestire emergenze mediche con prontezza. La comunicazione tra cabina e cockpit segue il modello NITS (Natura del problema, Intenzioni, Tempo disponibile, Istruzioni speciali), usato in tutto il settore dell’aviazione.

Se necessario, il volo può essere deviato verso l’aeroporto più vicino dotato di strutture mediche. Durante il travaglio, la partoriente viene spostata in un’area più spaziosa dell’aereo, come la business class o la galley posteriore. Se a bordo è presente un medico, viene coinvolto; altrimenti, l’equipaggio utilizza il kit medico d’emergenza.

Cittadinanza ad alta quota: una questione complessa

Una delle domande più affascinanti riguarda la nazionalità del bambino nato in volo. Le regole variano notevolmente a seconda del paese:

  • Jus soli (“diritto del suolo”): in paesi come gli Stati Uniti, la cittadinanza può essere concessa se la nascita avviene nello spazio aereo nazionale. Tuttavia, questo principio è oggetto di dibattito politico, come dimostrano le dichiarazioni dell’ex presidente Donald Trump sulla sua possibile abolizione.

  • Jus sanguinis (“diritto del sangue”): è adottato da paesi come il Regno Unito e l’Italia, e prevede che la cittadinanza si basi su quella dei genitori.

  • Nazionalità dell’aeromobile: in rari casi, se il neonato sarebbe altrimenti apolide, può essere considerata la nazionalità del Paese in cui l’aereo è registrato.

  • Se la nascita avviene in acque o spazi internazionali, il certificato può riportare “in volo” o “in mare”.

Voli gratuiti a vita: realtà o leggenda?

È diffusa la credenza che i bambini nati in volo ricevano voli gratuiti a vita, ma nella maggior parte dei casi si tratta di un mito. Alcune compagnie aeree, tuttavia, hanno effettivamente premiato i neonati speciali:

  • Thai Airways, AirAsia, EgyptAir, Asia Pacific Airlines e Polar Airlines hanno offerto voli gratuiti a vita.

  • Virgin Atlantic ha concesso voli gratuiti fino ai 21 anni.

  • Aeromexico ha regalato 90 voli in occasione del suo 90° anniversario a un bambino nato a bordo.

Seppure raro, il parto in volo è un evento che le compagnie aeree sono attrezzate per affrontare con protocolli ben definiti. E anche se non sempre si riceve un biglietto a vita, nascere tra le nuvole resta senza dubbio un’esperienza unica, che sarà fonte di aneddoti a vita.

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