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Per il 2023 l’industria aerea stima di tornare alla redditività

15/12/2022
Lo afferma Iata che, nel Global Outlook for Air Transportation, stima per il prossimo anno un primo profitto per il settore dal 2019.

Secondo il Global Outlook for Air Transport della Iata – International Air Transport Association – l’industria aerea globale ritornerà alla redditività nel 2023, grazie anche a una forte riduzione delle perdite derivanti dalla pandemia di Covid-19 durante il 2022.

Utili a quota 4,7 miliardi di dollari

Le stime della associazione internazionale del trasporto aereo con sede a Montreal, Canada, stima un piccolo margine di profitto netto, dello 0,6% – che varrebbe comunque 4,7 miliardi di dollari -, per un’industria in rosso dal 2019, quando i profitti netti del settore ammontavano a ben 26,4 miliardi di dollari, per un margine netto del 3,1%.

“La resilienza è stata il segno distintivo delle compagnie aeree durante la crisi Covid. Guardando al 2023, la ripresa prenderà forma con un primo profitto del settore dal 2019. Si tratta di un grande risultato considerando l’entità del danno finanziario ed economico causato dalle restrizioni imposte dai governi per la pandemia. Ma un profitto di 4,7 miliardi di dollari (+43,6% sul 2021, ndr) sui ricavi del settore di 779 miliardi di dollari dimostra anche che c’è molto più terreno da percorrere per mettere l’industria globale su una solida base finanziaria”

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Lo afferma il Direttore generale della Iata Willie Walsh, che precisa: “Molte compagnie aeree sono sufficientemente redditizie da attrarre il capitale necessario per far avanzare il settore mentre lo stiamo decarbonizzando. Ma altre sono in difficoltà. A causa di regolamentazioni onerose, costi elevati, politiche governative incoerenti, infrastrutture inefficienti e una catena del valore in cui i vantaggi di connettere il mondo non sono equamente distribuiti”.

Chiusura di 2022

Nel 2022 le perdite nette delle compagnie aeree dovrebbero arrivare a 6,9 miliardi di dollari, in miglioramento, però, rispetto alla perdita di 9,7 miliardi che si stimavano nel giugno scorso. E, ovviamente, significativamente migliore del profondo rosso da 42 miliardi e da 137,7 miliardi rispettivamente nel 2021 e nel 2020.

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Le migliori prospettive per il 2022 derivano in gran parte dall’aumento dei rendimenti per passeggero, a +8,4%, rispetto al 5,6% previsto a giugno (a quota 438 miliardi, rispetto ai 239 del 2021) e nel settore cargo, con ricavi che dovrebbero raggiungere i 201,4 miliardi di dollari, anche qui in miglioramento rispetto alle previsioni di giugno, sostanzialmente invariate rispetto al 2021, e a più del doppio dei 100,8 miliardi di dollari del 2019.

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Secondo Iata il Nord America è l’unica area a tornare in positivo nel 2022, a cui si aggiungeranno l’Europa e il Medio Oriente nel corso del 2023 mentre America Latina, Africa e Asia-Pacifico rimarranno in rosso per tutto l’arco dell’anno.

Caro kerosene

Importante anche il controllo dei costi, malgrado il prezzo del jet kerosene dovrebbero attestarsi in media a 138,8 dollari al barile per l’anno, notevolmente superiori ai 125,5 dollari al barile previsti a giugno, che ha portato la bolletta del carburante del settore a 222 miliardi di dollari (ben al di sopra dei 192 miliardi di dollari previsti a giugno).

Passeggeri

Naturalmente durante il Covid i passeggeri aerei sono crollati, tanto che Iata pensa di recuperare i volumi pre-pandemia solo nel 2024. Anche se le previsioni continuano a sottolineare come numero di passeggeri globali per raggiungere e sorpassare quelli del 2019 nel 2024 (a quota 4 miliardi), il 103% rispetto al 2019.

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Per fare un esempio nel 2021 il traffico era il 47% rispetto al 100% del 2019, è l’83% circa nel 2022, sarà il 94% nel 2023, il 103% nel 2024, appunto, e il 11% nel 2025. Iata comunque si aspetta il raddoppio dei passeggeri al 2040.

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