Secondo quanto trapela dalle prime bozze del decreto Anticipi predisposto dal Consiglio dei ministri, il governo starebbe valutando un raddoppio della tassa di soggiorno. Attualmente fissata a un massimo di 5 euro, l’imposta potrebbe salire a 7 euro a notte nei capoluoghi di provincia, con una deroga speciale fino a 10 euro per i Comuni di Lombardia e Veneto in vista delle Olimpiadi Milano Cortina 2026.
Si tratta di una misura che, se confermata, avrà un impatto diretto sul settore dell’ospitalità e sul turismo incoming. L’obiettivo, secondo le indiscrezioni, sarebbe quello di rafforzare le entrate comunali in un momento di difficoltà dei bilanci locali, ma la destinazione dei fondi solleva forti perplessità.
L’ira dei sindaci: “Così si snatura la finalità dell’imposta”
Il primo a intervenire è stato Gaetano Manfredi, presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che in una nota ufficiale ha chiesto un confronto urgente con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti:
“Siamo contrari e chiediamo un incontro costruttivo per individuare soluzioni più strutturali ed efficaci. Non si può trasformare una tassa di scopo in uno strumento per fare cassa”.
Secondo l’Anci, infatti, la tassa di soggiorno dovrebbe essere utilizzata per migliorare i servizi urbani, il decoro cittadino e l’esperienza dei visitatori, e non per coprire altre spese correnti. Un principio condiviso anche dagli operatori turistici, che da anni chiedono una gestione più trasparente del gettito.
L’allarme del settore: “Un aumento fino al 140%, valori stellari”
Durissime le reazioni delle principali associazioni di categoria: Confindustria Alberghi, Assohotel, Faita e Federalberghi hanno espresso “profonda preoccupazione” per gli aumenti previsti. In una nota congiunta, le sigle del comparto parlano di una “manovra punitiva” per il turismo italiano, già messo a dura prova dai rincari energetici e dal calo della domanda in alcune aree.
“Rinnovare l’incremento di 2 euro, pensato solo per l’anno giubilare, equivale a un aumento tra il 20% e il 40%. Ma le indiscrezioni sulle località olimpiche – dove la tassa arriverebbe fino a 12 euro a notte – significano un incremento del 140%. Sono cifre fuori da ogni logica” denunciano le associazioni.
Le richieste al governo: “Usare il gettito per riqualificare il turismo”
Le organizzazioni chiedono infine al governo di non inasprire ulteriormente la pressione fiscale e di garantire che una quota del gettito venga destinata alla riqualificazione delle imprese turistiche, come già previsto dalla normativa vigente ma raramente applicato.
Il dibattito è destinato a infiammarsi nelle prossime settimane, in attesa del testo definitivo del decreto Anticipi e della legge di Bilancio 2026. Una cosa è certa: la tassa di soggiorno torna al centro dello scontro tra governo, Comuni e operatori del turismo.
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