Travel is back! (Anche quello d’affari, grazie ad auto e Pmi)

25/01/2023
Il mondo dei viaggi sta recuperando velocemente. Grazie soprattutto al leisure, anche se pure il BT ha accelerato. Grazie alle Pmi e ai viaggi in auto.

Dopo anni di (obbligato) immobilismo, lo scorso anno c’è stato un vero e proprio boom dei viaggi. Guidati dal settore leisure – e dall’eCommerce -, ma che ha visto anche il business travel avvicinarsi ai volumi pre-pandemia.

Volumi che verranno superati secondo le stime – sempre piuttosto ottimistiche, a dire il vero – del direttore dell’Osservatorio Business Travel Andrea Guizzardi, già quest’anno: “due anni prima di quanto pensavano i travel manager intervistati nel 2020” come ha ricordato il professore dell’Università di Bologna.

Se nel 2019 la spesa delle imprese italiane in viaggi di affari fu di 2,6 miliardi di euro, e lo scorso anno questo dato si ridusse a 8,8 miliardi, lo scorso anno ha superato i 17 miliardi di euro (solo -16% rispetto a tre anni fa), con l’anno prossimo ad arrivare a 21,6 miliardi.

Gli affari si fanno in auto

I viaggi in auto sono gli unici ad aumentare anche rispetto al 2019, con un +7%, crescendo del 71% sul 2021. Più 72% i viaggi in treno, ma an cora sotto di ben 28% sul 2019, e più 66% quelli in aereo, ma ancora con un meno 45% rispetto a 4 anni fa. Per un +70% di viaggi sui dati del 2021.

Tra le motivazioni, gli unici viaggi a crescere sono stati quelli per ragioni tecniche, a +13%, mentre gli altri sono ancora sotto le soglie 2019, anche se tutte le motivazioni hanno messo un segno più sullo scorso anno, anche il Mice, a più 63%.

La spesa per i viaggi d’affari è cresciuta del 96% sul 2021, ma anche e soprattutto per l’aumento dei prezzi “in tutti i segmenti di spesa. E anche se, secondo l’Istat, i prezzi dei treni sono diminuiti, questo per il Bt non è vero” sottolinea Guizzardi. Rispetto al 2019 la spesa è sotto del 9% per i viaggi in Italia e del 20% per quelli all’estero.

Accelerazione Pmi

Come evidenziato anche dai partecipanti al panel, tra cui in particolate il Country Manager Italia di Soldo Davide Salmistraro e il Director, SME & Large Account Management, American Express Italia Corrado Soda, le Pmi sono quelle che sono ripartite prima e in modo più deciso, anche perché le grandi aziende si sono maggiormente strutturate per lo smart working e riunioni online, “ma i meeting e gli incontri fate to face, secondo un sondaggio fatto su circa 50 travel manager europei, convertono il 30% in più rispetto a quelli virtuali” ricorda il Vice President Sales, Accor Southern Europe Martin Sapori.

Da modello cost oriented a modello employee oriented?

Eleonora Lorenzini, la Direttrice dell’Osservatorio Business Travel, ha cercato di delineare il nuovo volto del business travel, andando a investigare quattro distinte aree. In primis il comportamento dei viaggiatori: “Quasi 4 lavoratori su 10 hanno fatto ricorso al così detto Holyday working, ovvero il lavoro in luoghi di vacanza, permesso dal 54% delle aziende interpellato, con in più il 2% che lo ha permesso con, anche, diverse agevolazioni” ha commentato la direttrice dell’osservatorio.

Ribadendo come ormai anche il bleisure sia entrato nei comportamenti societari: circa il 20% dei viaggiatori d’affari lo ha fatto, con il “63% delle aziende accettato dalle aziende, il 73% che permettono l’uso dei punti dei vari programmi di fidelizzazione per uso personale e con il 60% che permettono di usare gli strumenti aziendali per la prenotazione dei viaggi.

“Controllo dei costi, ma anche flessibilità, digitalizzazione, sicurezza dei viaggiatori revisione delle policy e sostenibilità sono i trend delle aziende per il bt: il 34% delle aziende fa report per le emissioni prodotti dai viaggi, il 7% ha green travel policy – ma con il 45% che lo hanno in lavorazione – mentre il 6% ha un budget per gestire le emissioni prodotte dalle trasferte” spiega Lorenzini.

La quale sottolinea come il 2022 ha visto aumentare l’utilizzo delle agenzie esterne, dal 60 al 65% del totale, così come l’utilizzo degli strumenti digitali, passati dal 79 all’83% del totale. Ma con solo il 19% che hanno digitalizzato in toto il processo prenotazione e nota spese.

Turismo organizzato e eCommerce guidano il recupero

L’eCommerce guida il recupero del mercato del Turismo italiano, con il comparto dell’ospitalità che supera l’ultima rilevazione pre-pandemia (16,4 miliardi di euro contro 14,6) mentre quello dei trasporti è prossimo al pareggio (11,2 miliardi di euro contro 12). E riparte anche il tour operating, arrivato a un valore del il 70% di quanto fatturava nel 2019, mentre il comparto delle agenzie di viaggio si attesta al -19% sul pre-pandemia.

 

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