Trump e conseguenze sul settore travel

Trump è tornato: questo secondo mandato come impatterà sul travel?

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Trump è tornato e non ha vinto di misura. Ha conquistato la Casa Bianca, la maggioranza al Senato e anche alla Camera dei Rappresentanti. Nel gergo politico americano una vittoria sui tre fronti si chiama ‘trifecta‘, che potrebbe essere tradotto calcisticamente in ‘triplete’. E se nel primo mandato ha agito con mano pesante infischiandosene, dove ha potuto, della ‘check and balances’, ora è facile immaginare che entrerà a gamba tesa ovunque potrà farlo, settore travel incluso.

Dal 2017 al 2021, le decisioni politiche hanno influenzato aspetti come fusioni, acquisizioni, sanzioni e sostenibilità. Ma è cambiato anche il modo di viaggiare, specialmente per chi lo fa per lavoro.

Vediamo più nel dettaglio quello che è successo e quello che è prevedibile accadrà.

Fusioni e acquisizioni: un mercato sempre più concentrato

Durante la prima presidenza di Trump, il settore dei viaggi ha assistito a una serie di fusioni e acquisizioni. La riduzione delle regolamentazioni aziendali ha incoraggiato le grandi aziende a consolidarsi, con acquisizioni come quella di Marriott su Starwood Hotels, che ha creato il gruppo alberghiero più grande al mondo.

Anche nel settore aereo, l’amministrazione ha favorito una riduzione delle regolamentazioni, facilitando la fusione tra compagnie aeree. Ad esempio, “l’operazione tra Alaska Airlines e Virgin America ha portato a una maggiore concentrazione del mercato“, osserva il Wall Street Journal.

Ma questo come si traduce lato consumatori: meno scelta e prezzi quasi sempre più alti.

Un’altra caratteristica dell’era Trump è stata l’aumento delle sanzioni per le compagnie che violavano le regole federali. Le compagnie aeree e gli hotel hanno dovuto prestare maggiore attenzione alla conformità, specialmente con le normative di sicurezza e le pratiche ambientali.

Nota positiva: la U.S. Department of Transportation (DOT) ha imposto sanzioni elevate per ritardi e cancellazioni eccessive, aumentando il livello di controllo per proteggere i consumatori.

Sustainability Aviation Fuel (SAF): le energie rinnovabili in attesa di decollo

Rispetto al tema della sostenibilità, Trump, si sa, non è esattamente un fan di Greta Thunberg. La sua è una linea conservatrice  che privilegia i combustibili fossili rispetto alle fonti rinnovabili. Questo ha rallentato la diffusione del Sustainable Aviation Fuel (SAF), un carburante a basso impatto ambientale che può ridurre significativamente le emissioni nel settore aereo. Adesione che a libello globale viaggia intorno all’1% ma che dovrebbe arrivare al 6% nel 2030. Cioè domani.

Negli anni recenti, l’industria dei viaggi ha iniziato a spingere per il SAF. La International Air Transport Association (IATA) ha sottolineato che “il SAF è una componente cruciale per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050”. Ma con il rallentamento durante il mandato Trump, le compagnie hanno dovuto fare i conti con budget limitati per sostenere questo tipo di transizione.

Leggi Anche: Le compagnie aeree puntano sul SAF, ecco cosa sta cambiando

Sostenibilità: una sfida aperta

Il settore travel ha sentito l’urgenza di ridurre l’impatto ambientale, ma il supporto del governo è stato spesso limitato. Durante l’amministrazione Trump, la riduzione delle norme ambientali ha reso più facile per le aziende evitare investimenti ‘green’. Questo ha lasciato molte aziende del settore alle prese con un dilemma: come soddisfare una domanda crescente di viaggi sostenibili con un sostegno istituzionale minimo?

La stessa Casa Bianca, durante il mandato Trump, ha minimizzato l’importanza dei cambiamenti climatici, riducendo i fondi per le energie rinnovabili e tagliando programmi a favore della sostenibilità. “La mancanza di regolamentazioni chiare ha creato confusione” ha denunciato Green Lodging News, “ha lasciato al settore privato la responsabilità di intraprendere iniziative ambientali, spesso a costi elevati”.

Business Travel: cambiamenti profondi

Le restrizioni di viaggio per alcuni paesi e le politiche di immigrazione hanno reso più complesso viaggiare per lavoro. La travel ban che ha coinvolto diverse nazioni a maggioranza musulmana ha avuto un effetto diretto sugli spostamenti internazionali. Introdotto tramite un ordine esecutivo firmato nel gennaio 2017, questo provvedimento, formalmente noto come “Executive Order 13769” restringeva l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di alcuni paesi a maggioranza musulmana, tra cui Iran, Iraq, Siria, Sudan, Libia, Somalia e Yemen.  Le aziende che dipendevano da partnership internazionali in quelle regioni hanno subito ritardi e complicazioni, con relativo aumento di costi. La travel ban, nel tempo, è stata modificata più volte e ampliata, con l’inclusione di altri paesi come Nigeria, Myanmar ed Eritrea.

Queste restrizioni hanno influito in particolare sulle aziende tech e finanziarie con sedi internazionali. Secondo GBTA -Global Business Travel Association: “i viaggiatori d’affari hanno affrontato sfide crescenti dovute alle incertezze delle politiche sui visti“.

Approfondisci: GBTA, la spesa per i viaggi d’affari in Europa cresce e non poco

Cosa succederà nel secondo mandato?

Possiamo aspettarci un ulteriore allentamento delle normative a favore di fusioni e acquisizioni nel settore travel. Il tutto condito da un bell’approccio di deregolamentazione.

Ecco alcuni esempi di fusioni che potrebbero avvenire:

  1. American Airlines e JetBlue:  il secondo mandato Trump potrebbe favorire un’integrazione completa tra le due compagnie, con la creazione un gigante dell’aviazione capace di competere con United e Delta.
  2. Hilton e Hyatt: nel settore alberghiero, questa fusione tra giganti  potrebbe portare alla creazione di una catena globale con un portafoglio di hotel di lusso e medio-alto. Questa mossa permetterebbe loro di risparmiare sui costi operativi e rafforzare la presenza in mercati emergenti, ma potrebbe anche ridurre la competizione e limitare la varietà di scelta per i viaggiatori.
  3. Booking Holdings e Expedia:  prevedibili minori limitazioni anche per le piattaforme online di prenotazione. Booking e Expedia, già leader nel settore, potrebbero prendere in considerazione una fusione per consolidare i servizi e aumentare il proprio potere contrattuale con hotel e compagnie aeree.

Per quanto riguarda la sostenibilità, è probabile che l’amministrazione Trump continui a dare priorità alle energie tradizionali, come il petrolio e il gas, riducendo ulteriormente i fondi per la ricerca e l’implementazione del SAF. Questo approccio potrebbe ostacolare l’obiettivo globale di zero emissioni entro il 2050, lasciando alle aziende del settore viaggi la responsabilità di autofinanziarsi.

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