Sta facendo il giro del web la notizia secondo cui per entrare negli Stati Uniti sarà necessario pagare una nuova tassa da 250 dollari. A scatenare l’allarme tra turisti e operatori del settore travel è una misura contenuta nella più recente proposta di legge statunitense, il cosiddetto One Big Beautiful Bill, promosso da Donald Trump.
La legge prevede l’introduzione di una Visa Integrity Fee, ovvero una tassa di integrità del visto di almeno 250 dollari, da applicarsi ai richiedenti di visti non-immigranti. Si tratta, quindi, di una misura pensata per chi presenta una richiesta formale di visto per motivi diversi dall’immigrazione permanente – come studio, lavoro temporaneo, affari, cure mediche o turismo in Paesi non inclusi in accordi di esenzione.
La tassa potrà essere applicata dal Dipartimento della Sicurezza Interna (Department of Homeland Security) già a partire dal 2025 (l’anno fiscale USA inizia il 1° ottobre 2024). La normativa prevede inoltre un adeguamento annuale all’inflazione a partire dall’anno fiscale successivo, cioè dal 2026.
Italia e Paesi UE: niente tassa per i viaggiatori ESTA
La notizia ha suscitato preoccupazione anche in Italia, ma è importante sottolineare un punto fondamentale: i turisti italiani non sono interessati da questa nuova tassa.
L’Italia, infatti, fa parte del Visa Waiver Program (VWP), un programma che consente ai cittadini di oltre 40 Paesi di entrare negli Stati Uniti senza visto, semplicemente richiedendo online l’autorizzazione elettronica ESTA (Electronic System for Travel Authorization). La procedura è più semplice, meno costosa (attualmente 21 dollari) e non soggetta alla nuova tassa.
Secondo quanto riportato dallo stesso DHS, i viaggiatori provenienti dai Paesi VWP non dovranno pagare la Visa Integrity Fee, a meno che non richiedano un visto per motivi specifici (es. lavoro, studio, soggiorni prolungati).
Il rischio di disinformazione nel settore travel
La diffusione di notizie parziali o fuorvianti ha avuto un impatto immediato sul sentiment dei viaggiatori, alimentando timori ingiustificati. Tuttavia, come ha sottolineato FIAVET (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo) in un recente intervento, è essenziale distinguere tra provvedimenti legislativi ancora non attuativi e norme effettivamente in vigore.
Nel caso specifico, nessuna tassa da 250 dollari è attualmente richiesta ai cittadini italiani che vogliano viaggiare negli Stati Uniti per turismo. L’eventuale entrata in vigore della tassa riguarderà solo chi richiede visti non-immigranti, e quindi non chi viaggia con l’ESTA, salvo eccezioni.
Rimborso della tassa: cosa prevede la legge
Tra i dettagli emersi dalla proposta di legge, è previsto anche un meccanismo di rimborso. I richiedenti potranno ottenere il rimborso della tassa versata anche dopo la scadenza del visto, a condizione che non abbiano superato di oltre cinque giorni la data di validità del documento. Resta da chiarire, però, con quali modalità pratiche avverrà questo rimborso.
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