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Direttiva pacchetti: i viaggi d’affari restano esclusi, Fiavet soddisfatta a metà

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La nuova normativa europea sui pacchetti turistici accoglie parte delle richieste degli operatori: esclusi i business travel, ma restano criticità su rimborsi e garanzie

La Commissione IMCO del Parlamento europeo ha approvato in via definitiva il testo della nuova direttiva sui pacchetti turistici, che ora attende il voto finale in plenaria a settembre 2025. Il provvedimento, frutto di un lungo negoziato tra istituzioni europee e associazioni di categoria, introduce novità rilevanti per gli operatori, con un impatto significativo anche sul comparto del business travel.

Viaggi d’affari fuori dal perimetro della direttiva

Tra le modifiche più rilevanti del nuovo testo c’è l’esclusione dei viaggi d’affari dal campo di applicazione della direttiva, anche in assenza di un contratto quadro. Una decisione accolta con favore da Fiavet Confcommercio, che sottolinea come questa scelta contribuisca a semplificare la gestione delle trasferte aziendali, riducendo il rischio di oneri burocratici per le imprese. Secondo Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet, “questa modifica semplifica la vita alle aziende e agli agenti di viaggio che si occupano di business travel“.

Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet. Credit: https://www.corrieredelleconomia.it/

Le richieste accolte: meno vincoli sui pagamenti e rimborsi B2B

Fiavet ha espresso soddisfazione per l’accoglimento di alcune istanze strategiche. È stata eliminata la proposta iniziale di un limite obbligatorio sui pagamenti anticipati da parte dei consumatori, misura che avrebbe potuto mettere a rischio la liquidità delle agenzie. Ora spetta ai singoli Stati membri stabilire eventuali restrizioni. Positivo anche il rafforzamento della norma sui rimborsi B2B: in caso di cancellazione del pacchetto o inadempimento, l’organizzatore potrà ottenere dal fornitore il rimborso entro sette giorni. Una misura che, come evidenziato da Fiavet, “era già presente nel Codice del Turismo italiano” e ora viene estesa a livello europeo.

Semplificazione normativa, ma restano zone d’ombra

Tra i risultati apprezzati dagli operatori si segnala la rimozione della definizione di pacchetto generato da acquisti multipli entro tre ore e la soppressione dei cosiddetti servizi turistici collegati (LTA). Il pacchetto è ora considerato tale solo se completato entro 24 ore e con un unico pagamento, riducendo il rischio di interpretazioni ambigue. Tuttavia, permane incertezza sui cosiddetti click-through packages, ossia pacchetti creati attraverso siti collegati, che continuano a rappresentare un’area grigia dal punto di vista giuridico.

Dubbi su rimborsi e garanzie contro l’insolvenza

Il nuovo testo prevede che la garanzia contro l’insolvenza copra sempre il massimo importo versato dal consumatore, con rimborso entro sei mesi previa prova del contratto e del pagamento. Ma Fiavet esprime preoccupazione: “La misura rischia di essere difficilmente sostenibile dai fondi di garanzia“, avverte Ciminnisi. Anche il principio di oggettività per definire le circostanze eccezionali — legate a cause di forza maggiore — lascia margini di discrezionalità che potrebbero generare contenziosi.

Reclami, ADR e prossimi passi

La direttiva introduce inoltre l’obbligo per organizzatori e venditori di predisporre sistemi per la gestione dei reclami e prevede la possibilità (non l’obbligo) di ricorrere a strumenti di risoluzione alternativa delle controversie (ADR). Fiavet segnala però criticità: la disciplina del recesso resta vaga, l’assenza di voucher obbligatori in alternativa ai rimborsi priva il settore di un’opzione utile e le sanzioni previste sono giudicate sproporzionate.

Il ruolo del Governo italiano e le prospettive

Fiavet riconosce il ruolo svolto dal Ministero del Turismo, in particolare dal Ministro Daniela Santanché, dal consigliere Gianluca Caramanna e dagli eurodeputati Denis Nesci e Carlo Fidanza, per favorire un compromesso utile agli operatori italiani. Ora l’attenzione si sposta sul recepimento nazionale della direttiva, previsto entro i prossimi 24 mesi. “Il nostro obiettivo — conclude Ciminnisi — è garantire un equilibrio tra tutela dei consumatori e sostenibilità per le imprese, senza appesantire il sistema con nuovi vincoli burocratici“.

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