Giorgio Armani, quarto uomo più ricco d’Italia con un patrimonio stimato di 11,3 miliardi di dollari, si è spento ieri, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo della moda e del lusso. Nato a Piacenza nel 1934, Armani ha fondato nel 1975 la Giorgio Armani Spa, un brand destinato a diventare sinonimo di eleganza italiana e minimalismo sofisticato. Le sue giacche destrutturate, i tessuti fluidi e le linee pulite hanno rivoluzionato l’abbigliamento maschile e femminile, trasformando il concetto stesso di stile contemporaneo.
Il successo internazionale arrivò negli anni ’80 grazie al cinema: “American Gigolò” con Richard Gere vestito da Armani segnò l’ingresso dello stilista nel gotha dello star system hollywoodiano. Da allora, il suo nome è diventato simbolo di glamour sui red carpet e nei film di successo, consolidando un brand riconoscibile in tutto il mondo.
Oltre le passerelle: l’impero del lusso firmato Armani
L’universo Armani non si è limitato alla moda. Nel 2005, lo stilista ha lanciato Armani Hotels & Resorts, in collaborazione con la società immobiliare Emaar. Il primo hotel, inaugurato nel 2010 all’interno del Burj Khalifa di Dubai, si sviluppa su oltre 40.000 metri quadrati con 160 camere e suite, nove ristoranti e una spa. Al Burj Khalifa si trovano anche 144 appartamenti di lusso, arredati secondo la filosofia estetica di Armani/Casa.
A Milano, l’Armani Hotel Milano ha aperto nel 2011 nel cuore del quadrilatero della moda, a pochi passi da Piazza del Duomo e dal Teatro La Scala. Con 95 camere e suite, l’hotel riflette l’eleganza sobria e il comfort raffinato che hanno reso unico il marchio. In Arabia Saudita, a Diriyah, è previsto l’apertura di un nuovo Armani Hotel, con circa 70 suite, due ristoranti, spa e 18 unità residenziali autonome, un progetto che unisce lusso e design in sintonia con il paesaggio locale.
La ristorazione secondo Giorgio Armani
Armani ha saputo trasferire la sua visione estetica anche nel settore della ristorazione. Dal 1990, ha aperto 26 locali tra ristoranti e caffè in quattro continenti, ciascuno riflettendo l’eleganza sobria del brand. Tra i più noti figurano Armani/Ristorante e Armani/Bamboo Bar a Milano, i ristoranti a Dubai, Tokyo e l’Armani/Caffè di Hong Kong. A Milano, spicca anche Nobu, frutto della collaborazione con lo chef Nobu Matsuhisa, esempio di fusione tra cucina d’autore e lifestyle Armani.
La scomparsa di Giorgio Armani segna la fine di un’era per la moda e il lusso italiani. Il suo lascito, però, resta tangibile in ogni dettaglio degli hotel, dei ristoranti e delle collezioni che portano il suo nome, un patrimonio culturale e imprenditoriale che continuerà a ispirare il mondo del business travel e del lifestyle di lusso. Chi prenderà le redini del suo impero dovrà, più che mai, custodire e valorizzare l’inconfondibile DNA Armani.
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