Dopo anni di dibattiti e rinvii, il governo britannico ha dato il via libera alla terza pista dell’aeroporto di Heathrow, il principale hub europeo e uno degli scali più trafficati al mondo. Il progetto, però, fa già discutere: solo la nuova pista costerà 21 miliardi di sterline, pari a 23,9 miliardi di euro. Una cifra più alta dell’intera manovra italiana 2026, che ammonta a 18,5 miliardi di euro.
Secondo le analisi, si tratta del progetto aeroportuale più costoso al mondo in relazione alla lunghezza della pista.
Un costo senza precedenti: 6,83 milioni di euro al metro
Il confronto internazionale è impietoso. Il costo medio della nuova pista di Heathrow raggiunge 6,83 milioni di euro per ogni metro di asfalto. È un record assoluto che supera perfino i 6,8 miliardi complessivi spesi da Hong Kong per la sua terza pista, costruita attraverso isolotti artificiali e opere di ingegneria estreme.
L’analisi del Corriere della Sera mette in fila i costi di realizzo nel mondo: 1,8 milioni al metro a Hong Kong, circa un milione per l’adattamento della seconda pista di Gatwick, 100-120 mila euro al JFK di New York, 100 mila a Dublino, 30 mila a Firenze, 10 mila per il rifacimento di Linate. La differenza con Heathrow appare siderale.

Cosa prevede il progetto: nuova pista, nuovo terminal e una parte della M25 da spostare
Il piano complessivo di espansione dello scalo londinese vale 56 miliardi di euro, di cui 32 destinati alla costruzione di un nuovo terminal e alle infrastrutture collegate.
La pista — lunga 3.500 metri e operativa dal 2035 secondo le stime — richiederà da sola quasi 24 miliardi. Tra gli interventi più onerosi c’è lo spostamento di un tratto della M25, una delle autostrade più percorse al mondo, che dovrà essere interrata e fatta passare sotto la futura pista. L’opera pesa per circa 1,7 miliardi di euro.
Tabella comparativa dei costi di costruzione piste aeroportuali
| Aeroporto | Costo totale progetto pista | Lunghezza pista | Costo al metro |
|---|---|---|---|
| Londra Heathrow (terza pista) | 23,9 miliardi € | 3.500 m | 6,83 milioni €/m |
| Hong Kong (terza pista) | 6,8 miliardi € | 3.800 m ca. | 1,8 milioni €/m |
| Londra Gatwick (riadattamento seconda pista) | 2,5 miliardi € | 2.500 m | 1 milione €/m |
| New York JFK (due piste) | — | — | 100–120 mila €/m |
| Dublino | — | — | 100 mila €/m |
| Firenze (nuova pista) | — | — | 30 mila €/m |
| Milano Linate (rifacimento) | — | — | 10 mila €/m |
Thomas Woldbye, ceo di Heathrow, ha già messo le mani avanti: su un’opera di questa portata “non si possono garantire” costi definitivi. Un’ipotesi che preoccupa fortemente le compagnie aeree. British Airways, Virgin Atlantic e altri vettori temono che eventuali extra-costi saranno recuperati tramite l’aumento delle tariffe di atterraggio, con un impatto diretto sui biglietti aerei. Un rischio confermato anche dalla Civil Aviation Authority, secondo cui le future tariffe dello scalo potrebbero superare “in modo significativo” quelle degli altri aeroporti europei.
Downing Street ha respinto la proposta alternativa dell’imprenditore Surinder Arora, che prevedeva una pista più corta — 2.800 metri — e un costo inferiore grazie alla mancata deviazione della M25. Secondo i tecnici, però, quel piano avrebbe comportato l’acquisto e la demolizione di più edifici residenziali, risultando alla fine meno sostenibile.

“Rischio insostenibilità”: l’allarme della Iata
La preoccupazione del settore è sintetizzata dalle parole di Willie Walsh, ex ceo di IAG e oggi numero uno della IATA.
Secondo Walsh, l’aumento dei costi “rende l’aeroporto non sostenibile nel breve e nel lungo periodo”, complice una lunga tradizione di opere “placcate d’oro” che ha trasformato Heathrow in uno degli scali più costosi al mondo.
“Serve la massima cautela”, avverte il manager, che invita governo e regolatore a evitare che il progetto si trasformi in un boomerang economico per vettori e passeggeri.
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