Il Gruppo FS approfitta del PNRR per portare a termine importanti migliorie alle infrastrutture. L’obiettivo dichiarato dell’amministratore delegato di FS, Luigi Ferraris, è di far crescere il trasporto su rotaia del 20% in 10 anni, aggiungendo nuovi chilometri o raddoppiando le linee esistenti. Tutto questo sia per le merci, sia per i passeggeri.
Aumenti necessari, soprattutto guardando ai flussi che FS è stata in grado di raggiungere: ”Nei primi cinque mesi del 2023, fino al 31 maggio, abbiamo registrato un aumento del traffico passeggeri del 25% sui nostri treni. Su alcune corse abbiamo raggiunto il 100% di occupazione dei posti grazie soprattutto al turismo straniero”.
Turismo che, infatti, diventa centrale nell’ecosistema FS, non solo con i nuovi collegamenti (come il Frecciarossa Milano-Pompei, operato una volta al mese), ma anche con grandi investimenti: “Il 24 luglio lanceremo una società che si dedicherà proprio al turismo per far conoscere sempre più con il treno il patrimonio culturale e storico del nostro Paese”, spiega l’ad.
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Decongestionare le strade, ma servono investimenti
“Nel campo dei trasporti abbiamo una grande missione: decongestionare le strade sia per quel che riguarda i passeggeri, che per le merci”, spiega lo stesso Ferraris nel suo intervento durante la prima conferenza programmatica di AGENS, l’associazione che nel sistema di Confindustria rappresenta gli interessi del settore dei trasporti e dei servizi.
Merci e multimodalità, vecchi e nuovi orizzonti
Si è parlato anche della spinta fondamentale del trasporto merci: in cima agli impegni del Gruppo FS proprio il rinnovo della flotta (con una media, oggi, di 30 anni, che dovranno essere ridotti a 7). L’obiettivo della multimodalità, inoltre, deve essere perseguito secondo Ferraris anche nel campo della logistica. “Il primo e l’ultimo miglio possono viaggiare su strada o ferrovia, ma dobbiamo sviluppare i terminali multimodali efficaci. Anche in questo caso servono investimenti nelle infrastrutture e nelle reti”.
Il maxi piano lanciato dal Gruppo “prevede per 400 nuove locomotive elettriche e ibride e 3.600 carri di nuova generazione un investimento totale di 2,5 miliardi di euro”. Lato passeggeri a rinnovarsi sarà la flotta regionale e le strutture presso le stazioni.
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A trainare l’aumento della domanda di trasporto collettivo e ferroviario però nei prossimi anni sarà soprattutto la multimodalità (sulla quale punta anche Italo, con la sua Itabus). Grazie anche “all’aggiornamento dell’App di Trenitalia – continua l’ad – che consente di acquistare con un’unica transazione, servizi ferroviari, su gomma e parcheggi di scambio gestiti dalle società del Gruppo FS”.
125 miliardi per le ferrovie, solo 55 per le strade
Le infrastrutture di mobilità oggi hanno un’età media superiore ai 60 anni: “Per questo il nostro piano industriale ha previsto 125 miliardi di euro di investimenti in infrastrutture ferroviarie a fronte di 55 in quelle stradali. Abbiamo 4mila cantieri attivi, per una ricaduta sul PIL che abbiamo stimato nell’ordine del 2%”.
L’obiettivo di FS diventa quindi decongestionare le strade dove si rischia l’effetto-imbuto. Sottolinea Ferraris, “in Europa ci sono 4 milioni e mezzo di autisti, di questi 1,5 milioni andrà in pensione a breve, a fronte di appena 500-600mila nuovi ingressi”.
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