Hotellerie in Italia: boom delle tariffe, soprattutto per i cinque stelle

19/07/2023
La tariffa media giornaliera di questo 2023 per gli alberghi italiani mette a segno un +38% sul 2019, che schizza a un più 62% per i 5 stelle

Italia batte Europa 38 a 27. Questi i dati della crescita dell’ADR (Average Daily Rate o Tariffa Media Giornaliera) del settore alberghiero nel nostro paese rispetto al Vecchio Continente nei primi 5 mesi dell’anno, “battuto” anche nel tasso di occupazione, sceso di 4,6 punti percentuali rispetto al 2019, con il Belpaese a mettere a segno un più 1%. Dati ancora migliori per i cinque stelle, che arrivano  a un Adr medio di ben il +62% anno su anno. Mercato alberghiero che nel 2022 ha fatturato 20,5 miliardi in Europa, di cui 3,5. Questi dati sono stai forniti da Str durante lo scorso Hospitality Forum organizzato da Castello Sgr e Scenari Immobiliari a Milano, che sottolineano anche come a differenza delle previsioni degli analisti i tassi di riempimento degli hotel italiani hanno superato i livelli pre-pandemici.

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Cinque stelle in Italia: tariffe…alle stelle

Gli alberghi che si possono fregiare delle 5 stelle in Italia (sempre più in aumento, come scrivemmo qui) hanno avuto un vero e proprio boom della tariffa media rispetto al 2019, a +62% appunto, contro il +51% in Europa. Gli esperti presenti al Forum hanno messo l’accento sul fatto che in Italia vi sono molte destinazioni di lusso: “Si pensi infatti alla Costa Smeralda, a Cortina, alla Costiera amalfitana, Capri, lago di Como, Puglia, Taormina, campagna Toscana e Dolomiti. In Francia le sole destinazioni riconosciute nel mercato lusso sono Parigi e la Costa Azzurra, in Inghilterra esclusivamente Londra. A questo aggiungo il fatto che nuovi territori italiani stanno facendo un upgrading, come il lago di Garda e anche Milano, città che è diventata anche leisure e attira un cliente americano che è alto spendente” afferma Gianleo Bosticco, Senior Director Development Francia e Italia di Marriott International.

Tariffe bollenti ad agosto

Tra le zone citate da Bosticco la Costa Smeralda continua a primeggiare per le tariffe più alte, a 2.200 euro a camera nell’agosto 2022 contro i 2400 euro dello stesso mese 2019, ma con un campione ben più grande: 588 camere suddivise in sette hotel, contro le 387 camere per quattro hotel del 2019. Costa Smeralda seguita dalla Puglia, con un Adr di 1.529 euro nell’agosto 2022 (erano 828 nel 2019…) e il Lago di Como. Volano però le tariffe con Adr a 1.279 euro nell’agosto ’22 contro i 908 euro dello stesso mese del pre-Covid. Le tariffe cresciute maggiormente sono quelle però dei 5 stelle della Costiera Amalfitana, arrivati a un costo per camera, sempre nell’agosto ’22, di 1.415 euro, rispetto ai 690 euro del 2019.

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Gli investimenti alberghieri

Gli investimenti immobiliari alberghieri mondiali nel 2022 sono lievemente diminuiti (-1,5 per cento rispetto al 2021), raggiungendo i 72 miliardi di euro, mentre in Europa il volume complessivo degli investimenti ha raggiunto i 15 miliardi di euro, in diminuzione di circa il dieci per cento sul 2021. Le transazioni relative a strutture ricettive europee hanno interessato 430 alberghi di tutti i segmenti di offerta, con una quota maggioritaria relativa alla classe dei quattro stelle, per poco più di 65.625 camere. Infine, in Italia il mercato immobiliare alberghiero ha mostrato un calo del sette per cento del volume di investimenti rispetto all’anno precedente attestandosi a quota 1,7 miliardi di euro, nonostante un incremento del fatturato complessivo rispetto al 2021 (+40%). Ottanta le strutture ricettive interessate tra tre stelle (26 per cento circa), quattro stelle (41 per cento) e cinque stelle (32 per cento circa). Una parte delle transazioni ha continuato a interessare location consolidate come Milano, Roma, Venezia mentre altre hanno “esplorato” location considerate secondarie.

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L’offerta in Italia

A livello nazionale il numero di strutture risulta così pari a oltre 33 mila unità, a cui si aggiungono circa 120 mila appartamenti privati gestiti da società strutturate in maniera professionale mentre la porzione più consistente, 465 mila appartamenti, riguarda immobili di proprietà di privati immessi sul mercato della locazione breve con gestione autonoma.

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