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Quanto servono davvero i controlli di sicurezza in aeroporto

In questo articolo

Negli Stati Uniti non serve più togliersi le scarpe prima dell’imbarco. Ma dopo vent’anni di procedure sempre più complesse, ha senso continuare così? Un’indagine tra efficacia, costi e psicologia collettiva

L’atto di togliersi le scarpe prima di volare è diventato così abituale da sembrare naturale. Come se farlo fosse sempre stato parte del rituale del viaggio. Eppure, è una pratica recente, introdotta nel 2006 dalla TSA – l’agenzia statunitense per la sicurezza nei trasporti – in risposta al tentato attentato di un passeggero che nascondeva esplosivo nella suola. Ora, dopo quasi vent’anni, gli Stati Uniti hanno deciso di abbandonarla. O, almeno, di renderla facoltativa per i passeggeri pre-registrati.

La notizia sarebbe forse passata in sordina se non fosse che, negli stessi mesi, in alcuni aeroporti italiani come Linate e Malpensa, è tornato possibile passare il controllo con liquidi nel bagaglio a mano, senza separare flaconi, né aprire lo zaino (atteso il sì definitivo da Bruxelles entro fine luglio). Due segnali diversi, ma coerenti. Perché tutti, a vari livelli, stanno iniziando a porsi la stessa domanda: questi controlli funzionano davvero?

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Un sistema nato dopo l’11 settembre

Quasi tutto ciò che conosciamo oggi dei controlli in aeroporto è frutto di un’epoca ben precisa: il dopo-11 settembre. Prima del 2001, volare era semplice, anche troppo. Si poteva arrivare al gate con largo anticipo o in ritardo, l’identità veniva verificata in modo sommario, e pochi avevano mai sentito parlare di “body scanner”.

Dopo gli attentati alle Torri Gemelle, la sicurezza si è trasformata in un gigantesco apparato globale, pensato per essere visibile, rassicurante, ma anche deterrente. Negli Stati Uniti fu creata la TSA, in Europa furono adottate regole comuni sotto la supervisione dell’ICAO. Le norme si accumularono: prima i metal detector, poi i limiti sui liquidi, poi la rimozione forzata di laptop e oggetti elettronici. Un sistema costruito strato dopo strato, senza che nessuno, davvero, ne rivedesse l’impianto complessivo.

Funziona davvero?

Nel frattempo, la tecnologia ha fatto passi avanti enormi. I nuovi scanner a tomografia computerizzata, già operativi in scali come Linate, permettono di analizzare i bagagli in 3D senza doverli aprire o svuotare. In pratica, fanno in pochi secondi quello che prima richiedeva dieci minuti e tre vaschette.

Eppure, il cambiamento è lento. In molti aeroporti italiani – quelli più piccoli, o meno aggiornati – le regole restano quelle di sempre: liquidi sotto i 100 ml, divisi in sacchetti trasparenti, laptop fuori dallo zaino. Anche se in altri scali, a pochi chilometri, non è più così.

Il Regno Unito è già più avanti. Entro fine 2025, nei principali aeroporti britannici sarà possibile imbarcare fino a 2 litri di liquidi. Ma nel frattempo, anche lì, non mancano i ritardi tecnici, gli annunci corretti in corsa, i passeggeri confusi.

Il punto più controverso è proprio questo: nessuno sa con certezza quanto questi controlli siano davvero efficaci. Nel 2015, un test condotto negli Stati Uniti rivelò che in 67 casi su 70 agenti sotto copertura erano riusciti a superare i varchi portando con sé oggetti vietati. Coltelli, esplosivi finti, pistole.

Il problema non era solo negli strumenti, ma nella fragilità umana: distrazione, automatismi, sovraccarico. E il fatto che nessuno se ne fosse accorto dice qualcosa anche sulla natura del sistema: ci si fida della procedura, non del risultato.

In Europa, le verifiche ci sono, ma sono più distribuite. La Commissione Europea effettua audit regolari sugli scali, e in Italia il compito è affidato all’ENAC, che supervisiona il rispetto delle regole internazionali. Ma gran parte dell’operatività quotidiana – chi controlla i tuoi bagagli, chi ti chiede di svuotare le tasche – è spesso gestita da società private con personale sottopagato, formato in fretta, e incarichi a tempo determinato.

Una macchina da 16 miliardi l’anno

Secondo le ultime stime, la sicurezza aeroportuale vale oltre 16 miliardi di dollari l’anno nel mondo. È una cifra che non vediamo, ma che paghiamo tutti, ogni volta che un volo ritarda per i controlli, ogni volta che ci viene sequestrato un caricatore o una bottiglia d’acqua.

Si è spesso detto che la sicurezza non ha prezzo. Ma la sicurezza assoluta non esiste, e il prezzo delle sue imitazioni – soprattutto se inefficaci – è spesso sottovalutato. In molti casi, l’unico vero effetto dei controlli è psicologico: rassicurare i passeggeri, scoraggiare gli sprovveduti, mantenere l’idea che “qualcosa si sta facendo”.

Tecnologie migliori, controlli più intelligenti

Oggi però le cose stanno cambiando. L’arrivo di scanner di nuova generazione permette di analizzare i bagagli senza dover estrarre liquidi o dispositivi elettronici. I body scanner sono più veloci e rispettano la privacy dei passeggeri. E programmi come il TSA PreCheck consentono controlli più rapidi ai passeggeri verificati, combinando efficienza e sicurezza.

Fonte: Wikipedia Full body scanner – Autore: Raimond Spekking

In Europa, molti aeroporti stanno adottando soluzioni simili. A Milano Malpensa e Roma Fiumicino, ad esempio, i nuovi scanner a raggi X hanno ridotto drasticamente i tempi ai varchi, senza comprometterne la qualità. Anche la formazione degli operatori è migliorata, con simulazioni di falsi allarmi (i cosiddetti “threat image projection”) per tenere alta l’attenzione.

E se bastasse meno?

Un’altra lezione emersa negli ultimi anni è che non tutti i controlli hanno lo stesso impatto sul rischio reale. Alcuni – come la scansione di bagagli e persone – sono essenziali. Altri, come la separazione dei liquidi o il divieto dei laptop in certi casi, sono più controversi.

È possibile che alcuni controlli siano stati mantenuti più per inerzia che per reale necessità, oppure per rassicurare il pubblico. Ma l’evoluzione tecnologica e una nuova cultura della sicurezza stanno spingendo a un ripensamento complessivo, basato su dati, intelligenza artificiale e valutazione del rischio personalizzata.

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