Il mese di ottobre 2024 sarà segnato da numerosi scioperi nel settore del trasporto pubblico locale, con potenziali disagi per i viaggiatori in diverse città.
In particolare, Milano e altre grandi città italiane saranno colpite da manifestazioni che metteranno a rischio autobus, tram e metropolitane.
Ecco un riepilogo degli scioperi previsti e delle motivazioni che li accompagnano.
Sciopero del 5 ottobre: mobilitazioni variabili in diverse città
Il primo sciopero del mese è previsto per il 5 ottobre 2024 ed è stato indetto da Orsa Tpl , una delle principali sigle sindacali del settore dei trasporti. La mobilitazione riguarderà i dipendenti delle aziende di trasporto pubblico locale in diverse aree d’Italia, con una durata di 24 ore ma con modalità territoriali.
Le adesione varieranno a seconda della località, con ripercussioni significative sui servizi offerti.
Tra le aziende coinvolte:
- SETA , che gestisce il trasporto pubblico nelle province di Reggio Emilia, Modena e Piacenza, con modalità di sciopero variabile.
- ARRIVA Udine , in Friuli Venezia Giulia, dove i lavoratori incroceranno le braccia dalle 15:00 alle 19:00.
- EAV Napoli , il cui personale sciopererà dalle 19:40 alle 23:40, con possibili interruzioni nel servizio di trasporto urbano.
Sempre per il 5 ottobre le sigle OST FILT-CGIL/FIT-CISL/UILT-UIL/UGL AUTOFERRO/FAISA-CISAL/ USB LAVORO PRIVATO hanno indetto uno sciopero del Personale della società Start Romagna Bacino di Rimini di 4 ore, dalle 09.00 alle 13.00.
18 ottobre: Sciopero nazionale dei trasporti locali
La data più critica per il trasporto pubblico locale sarà il 18 ottobre 2024 , quando è stato indicato uno sciopero nazionale che coinvolgerà migliaia di lavoratori in tutto il Paese. La protesta, organizzata da Al Cobas , sarà estesa per 24 ore e interesserà principalmente la città di Milano, dove si prevede una manifestazione significativa a sostegno dei lavoratori di ATM.
Quest’ultimo sciopero arriva dopo che Al Cobas ha revocato una precedente mobilitazione prevista per il 20 settembre, citando come motivo la mancanza di unità tra i vari sindacati.
Lo sciopero del 18 ottobre sarà accompagnato da richieste specifiche da parte dei lavoratori, tra cui:
- aumenti salariali per adeguarsi all’inflazione e migliorare il potere d’acquisto.
- miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro , un tema cruciale per molti lavoratori del settore.
- abolizione dei salari d’ingresso , ritenuti troppo bassi e inadeguati rispetto alle responsabilità e ai rischi legati alla professione.
Anche altre città saranno coinvolte nella protesta. A Catania , i lavoratori di AMTS , l’azienda che gestisce il trasporto metropolitano e la sosta, sciopereranno per 4 ore, dalle 10:00 alle 14:00.
28 ottobre: tocca all’Umbria
L’ultimo sciopero di rilievo previsto per il mese di ottobre è quello del 28 ottobre 2024 , indetto da Usb Lavoro Privato . La mobilitazione interesserà il personale di Busitalia , l’azienda che gestisce il trasporto pubblico nella regione Umbria.
Anche in questo caso, lo sciopero durerà 24 ore, con modalità variabili a seconda delle località coinvolte.
Le motivazioni dello sciopero: il rinnovo del contratto e la sicurezza
Al centro delle proteste di ottobre c’è il mancato rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) per i lavoratori del trasporto pubblico. Secondo quanto dichiarato da diversi sindacati, il blocco delle trattative con le associazioni datoriali sta generando frustrazione tra i lavoratori, che chiedono un incremento delle retribuzioni e una migliore regolamentazione delle condizioni lavorative.
In particolare, uno dei temi più sentiti è quello della sicurezza sul lavoro , con sempre più episodi di aggressioni fisiche e verbali nei confronti del personale viaggiante. I sindacati chiedono le misure più efficaci per proteggere i lavoratori e per garantire un ambiente di lavoro più sicuro.
Altro elemento chiave delle rivendicazioni sindacali è la richiesta di uno stipendio adeguato alle responsabilità e ai rischi associati alla professione. Gli attuali salari d’ingresso sono considerati insufficienti e non rispecchiano le competenze richieste per operare in un settore così delicato come quello del trasporto pubblico.
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