Nel cuore del Friuli, a Cormòns, a pochi chilometri dal confine sloveno, c’è un luogo che ha scelto di crescere come un bosco: senza fretta, ma con radici profonde. Si chiama La Subida ed è l’opera di una famiglia, i Sirk, che dagli anni Settanta ha saputo trasformare un’osteria di strada in un progetto unico di ospitalità diffusa e cucina d’autore.
Tutto inizia con Joško Sirk e sua moglie Loredana, che rilevano una piccola trattoria lungo le colline del Collio. Da lì parte l’idea rivoluzionaria: non costruire un hotel, ma recuperare i rustici sparsi tra i boschi, trasformandoli in case accoglienti, ognuna con la sua anima. È la formula dell’albergo diffuso, oggi considerata una delle frontiere più intelligenti e sostenibili del turismo italiano.
La magia dell’albergo diffuso
Le prime casette restaurate custodiscono ancora il calore del legno e della pietra, con caminetti che raccontano di tempi lenti e conviviali. Negli anni, nuove strutture si sono aggiunte: pareti di vetro immerse nel verde, saune sospese tra gli alberi e vasche panoramiche. Un’ospitalità che non invade, ma si fonde con il paesaggio.
Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Alberghi Diffusi, questa formula è in crescita costante, soprattutto tra i viaggiatori stranieri in cerca di autenticità. La Subida rappresenta una delle esperienze più riuscite, citata anche dal New York Times come modello di turismo rurale d’eccellenza.
Dalla trattoria alla stella Michelin
Accanto all’ospitalità, il cuore del progetto resta la Trattoria al Cacciatore, guidata da anni dallo chef Alessandro Gavagna, che ha conquistato la stella Michelin. La sua è una cucina di confine, capace di fondere influenze slovene, friulane e carinziane.
Dalla selvaggina alla trota di torrente, dalle erbe spontanee agli ortaggi locali, ogni piatto nasce da un equilibrio sottile tra ricerca e verità. Tra le specialità: il Ceviche di salmerino con salicornia, le animelle in tempura con porcini, i maccheroncini di miglio con midollo e lo Scottadito di capriolo alla brace. Una cucina che non rincorre l’effetto, ma emoziona con autenticità.
La Preda e l’aceto di Ribolla
Ma La Subida è anche altro. Nel tempo è nata La Preda, osteria e bottega dove fermarsi per un bicchiere di Ribolla, un piatto caldo o una conserva fatta in casa. È il volto più quotidiano del progetto, quello che restituisce il gusto della semplicità.
Poi c’è l’acetaia di Joško, dove prende vita un aceto di Ribolla Gialla unico nel suo genere: fermentazione naturale e lunghi anni di riposo in botte. Un prodotto artigianale, frutto di pazienza e collaborazione con produttori locali, che racconta meglio di ogni parola la filosofia della famiglia: qualità, tempo e relazioni autentiche.
Un’impresa familiare che guarda lontano
Oggi tutta la famiglia Sirk è coinvolta: Joško cura il bosco e le vigne, Loredana l’accoglienza, Tanja l’ospitalità con sguardo contemporaneo, Mitja la cantina, e Gavagna continua a innovare in cucina.
La Subida non è solo un luogo, ma un ecosistema imprenditoriale sostenibile, capace di unire turismo, enogastronomia e territorio. Un esempio virtuoso che dimostra come si possa crescere senza tradire la propria identità.
In un’Italia che spesso rincorre modelli globali, i Sirk hanno dimostrato che la forza può stare nei dettagli, nelle radici e nelle storie familiari. Un modello da imitare, perché insegna che l’eccellenza nasce dall’equilibrio tra natura, persone e tempo.
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