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Hotellerie in Italia, 5 stelle da record: valgono il 30% del fatturato

05/10/2023
Chi arriva in Italia sceglie sempre più spesso le low-cost (anche quelle che litigano con il governo). Ma si dorme bene: nel 2023 i 5 stelle sul territorio sono 668, solo il 4% delle camere del mercato alberghiero nostrano, che fatturano però un terzo del totale

Secondo l’anteprima dei dati contenuti nel report “Luxury hospitality” 2023 di Thrends, il 2022 sarà primo anno della rimonta per il fatturato del settore dell’hotellerie italiano, e riuscirà a superare per la prima volta quello del 2019, 22 miliardi di euro a fronte dei 21,4 miliardi pre Covid.

A spiccare sono le strutture più luxury: le 668 strutture italiane a 5 stelle nel 2023 con le loro 44.768 stanze totali (il 4% del mercato) hanno fatturato ben 6,3 miliardi di euro, ovvero il il 28,5% del fatturato totale del comparto alberghiero.

Villa Passalacqua, Lago di Como

In calo, rispetto al 2019, è invece la domanda. Il margine operativo lordo dei 5 stelle nel 2022 si è attestato, di media, intorno al 22,9%, con una domanda al 73 per cento dell’occupazione (un punto percentuale in meno rispetto a quattro anni fa).

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La Toscana “stella polare” degli alberghi

Una mappa dei cinque stelle italiani evidenzia la Toscana come regione preferita dalle strutture extra-lusso, poi Lazio, Campania, Veneto e Lombardia. Guardando alle singole città, dopo la Capitale al primo posto, Milano, Venezia e Firenze.

Nei prossimi anni, secondo le stime del report, vedremo sorgere due nuovi 5 stelle al mese. Il 2023 è già in linea, con 23 strutture (117 calcolando anche i rebranding o gli upgrade), per un totale di 9.400 camere. La maggior parte delle stanze, ad oggi, è però in mano agli hotel di catena rispetto alle strutture indipendenti.

Melia Cordusio, Milano

Come avevamo già raccontato, però, dietro i grandi alberghi ci sono i “piccoli aerei”. Le low cost. Nel 2022 i turisti luxury hanno superato i 3 milioni, e parliamo solo di quelli provenienti da oltre confine, con una spesa media oltre i 4 mila euro pro capite, nello stesso anno però la compagnia “di spicco” è stata Ryanair, seconda solo alla ultra low cost WizzAir in termini di offerta di servizi ridotti all’osso.

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